Sace: l’export made in Italy è in crescita per il decimo anno di fila

Per quanto il presidente Donald Trump abbia nuovamente espresso ottimismo in merito a una possibile risoluzione del conflitto commerciale, lo scontro in atto tra Pechino e Washington rimane a conti fatti una delle preoccupazioni principali

MILANO – Nonostante i venti contrari che soffiano sui mercati internazionali, complici le crescenti tensioni che interessano in particolare il commercio, il made in Italy continua a crescere nel mondo. E’ quanto emerge dal Rapporto Export 2019 di Sace. Che prevede per il decimo anno consecutivo un aumento del valore delle vendite di beni tricolori all’estero.

Rallentano gli scambi internazionali, cresce il made in Italy

Un +3,4% in linea con il 3,1% dell’anno precedente, che dovrebbe andare quest’anno ad allungare la striscia positiva iniziata nel 2010. E che si presenta come un ritmo tutt’altro che disprezzabile. Soprattutto considerando che, se si escludono l’exploit del 2017 e il rimbalzo post-crisi finanziaria (2010-2011), occorre tornare indietro al 2007 per annotare un tasso superiore al 4%. Tanto più che gli scambi internazionali si presentano in rallentamento. Nel 2018 i volumi hanno segnato un +4,8% dopo il 6,5% del 2017, in scia alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, al rallentamento delle economie avanzate e al calo di fiducia degli operatori.

Continua lo scontro tra Pechino e Washington

Per quanto il presidente Donald Trump abbia nuovamente espresso ottimismo in merito a una possibile risoluzione del conflitto commerciale, lo scontro in atto tra Pechino e Washington rimane a conti fatti una delle preoccupazioni principali. Gli esperti di Sace hanno provato in quest’ottica a simulare un marcato rallentamento della Cina. In questo scenario alternativo la crescita dell’export si fermerebbe al 2,6% nel 2019 e al 2,3%, in media annua, nel 2020-2022. Un altro nodo che rischia di arrivare al pettine nel modo peggiore è quello della Brexit.

L’incognita Brexit condiziona l’export

In caso di uscita “disordinata”, le simulazioni vedono l’export sul passo del 2,7% nell’anno in corso e del 3,2% di media nel prossimo triennio. A esultare, intanto, è Confagricoltura, alla luce di una crescita delle esportazioni per il suo settore di riferimento data in condizioni normali al 3,8% per il 2019 . “L’agrifood traina l’export del made in Italy. Intercettando una domanda estera di prodotti agroalimentari in crescita, nonostante le criticità e le tensioni commerciali internazionali in atto”, osserva il presidente Massimiliano Giansanti, parlando del raggiungimento di un export agroalimentare da 50 miliardi di euro come “un risultato alla portata del sistema” nei prossimi anni.

(LaPresse/di Marco Valsecchi)

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