Salario minimo, Brunetta: “Fa più danni di quanti ne risolva”

"Sul salario minimo la mia posizione è molto semplice: da vecchio socialista, io preferisco un contratto, sottoscritto da attori veri e strutturati, dunque naturalmente non un contratto 'pirata', a qualsiasi definizione per legge di un minimo, all'americana".

Foto Ufficio Stampa Ministero Pubblica Amministrazione - LaPresse in foto Renato Brunetta

MILANO – “Sul salario minimo la mia posizione è molto semplice: da vecchio socialista, io preferisco un contratto, sottoscritto da attori veri e strutturati, dunque naturalmente non un contratto ‘pirata’, a qualsiasi definizione per legge di un minimo, all’americana. Una remunerazione minima fissata per legge fa più danni di quanti non ne risolva, perché appiattisce o non tiene conto delle condizioni reali di ciascun settore e perché produrrebbe solo comportamenti opportunistici”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo alla Festa dell’innovazione de ‘Il Foglio’. “Sono ordinario di economia del lavoro e adesso vengo insultato da grillini e in parte da piddini, perché mi viene attribuita la posizione di essere contro il salario minimo. Degli improvvisati cultori della materia si mettono a fare proclami, dal mondo grillino e in parte dal modo piddino, senza averne le conoscenze”, ha aggiunto.  “Negli Stati Uniti è il presidente a sottrarre questo strumento all’opportunismo delle parti: dei partiti, degli Stati, delle corporazioni. In Italia, per fortuna, per ragioni storiche, abbiamo un livello di contrattazione, di relazioni industriali, molto forte, molto espanso e molto denso, che dà più garanzie. Pensare a un Parlamento che, in vista delle elezioni, definisca un salario minimo, anche a 9 euro lordi, non mi rassicura”, ha sottolineato Brunetta.

LaPresse

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