Salario minimo, fronte opposizioni unito. Schlein: “Governo non ha idee chiare”

Le posizioni tra minoranza e Giorgia Meloni restano distanti. Conte (M5S): "Coinvolgere il Cnel? Un modo per buttare "la palla in tribuna"

Elly Schlein (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Dopo due ore di confronto con la premier Giorgia Meloni sul tema del salario minimo, i leader dell’opposizione si riuniscono brevemente per confermare davanti alle telecamere la linea unitaria: delusione perché al tavolo “non sono arrivate risposte o proposte alternative”. Nessuno, seppure con sfumature diverse, chiude al confronto. Questo assicurano. Ma partirà la raccolta firme a sostegno della proposta di legge unitaria, come già annunciato in maniera corale la scorsa settimana, dopo il voto alla Camera per rimandarne di due mesi l’esame.

È il secondo faccia a faccia della premier con le opposizioni dopo quello del 9 maggio. In quell’occasione le delegazioni sfilarono una a una alla Camera, per un confronto fiume sulle riforme costituzionali, portando ciascuno la propria posizione. Stavolta i leader si presentano uniti, un “campo largo” di fatto, che non è uscito dalle urne bensì dal confronto su una proposta comune contro il lavoro povero. Assente Matteo Renzi, che fin da subito ha chiamato fuori Italia Viva. La proposta di legge che ha messo d’accordo i leader dell’opposizione prevede che a ciascun lavoratore sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali, salvo restando i trattamenti di miglior favore, ma ad ulteriore garanzia si fissa una soglia minima inderogabile di 9 euro l’ora per le retribuzioni da aggiornare periodicamente. Ed è su quella che – assicurano – andranno avanti.

“Il governo non ha una sua proposta né le idee chiare. Non ci sottrarremo al confronto, ma aspettiamo delle proposte. Invece ci sembra che il governo sia rimasto sulle sue pozioni”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, tirando le somme al termine dell’incontro. “Insistiamo, anzi rilanciamo, – aggiunge – chiedendo ai cittadini e alle cittadine che sono a favore di una misura fondamentale di contrasto al lavoro povero di supportare questa nostra proposta”. Coinvolgere il Cnel? Un modo per buttare “la palla in tribuna”, ha chiosato il presidente M5S Giuseppe Conte, per il quale se “il governo non ha le idee chiare” e vuole consultare il Cnel, “lo faccia, ma tre milioni e settecentomila lavoratori sottopagati vogliono una risposta. Il nostro obiettivo è risolvere questo problema concretamente, la nostra non è una posizione ideologica”. “La sede propria del confronto tra maggioranza ed opposizione e tra Governo ed opposizione è quella parlamentare – ha scritto su Twitter dopo l’incontro Benedetto Della Vedova (Più Europa) -. Altrimenti finisce che dovevamo chiudere il Cnel e finiamo per chiudere il Parlamento”.Il più dialogante è il leader di Azione, Carlo Calenda: “È stato un incontro ancora interlocutorio – ha detto lasciando Palazzo Chigi – ma il fatto molto positivo è stato che nessuno ha chiuso la porta”. Si è detto “soddisfatto”: “non pensavo che Meloni sarebbe arrivata a firmare la nostra proposta. Quello di oggi è un primo passo in una direzione giusta”. “Consideriamo questa disponibilità al confronto un primo successo della nostra iniziativa, continueremo la battaglia”, assicura il segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni.
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