Roma, 3 mar. (LaPresse) – Ogni anno nel nostro Paese nascono circa 2mila bambini con gravi problemi all’udito che rischiano di essere molto penalizzati se questi disturbi non vengono individuati subito e trattati in modo corretto. Ma la sordità è una patologia circondata ancora da troppa disinformazione: oggi, infatti, esistono diagnosi e terapie affinché anche il bambino affetto da sordità congenita possa condurre una vita normale. In occasione della Giornata Mondiale dell’Udito, che si celebra oggi, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e il professor Giuseppe Attanasio, medico specialista in Otorinolaringoiatria presso il Policlinico Umberto I di Roma, in collaborazione con Consulcesi Club, forniscono un’utile guida ai genitori attraverso il corso ECM FAD (Formazione a Distanza) ‘Ipoacusia infantile e protesizzazione acustica’.
Ecografie e amniocentesi non sono in grado di rilevare la sordità nel feto. Al contrario, lo screening audiologico universale entro i primi 2-3 mesi di vita è la soluzione per scoprire subito i problemi di ipoacusia di un bambino. Da segnalare, però, che questo esame non è in grado di identificare la perdita uditiva acquisita o progressiva che intervenga successivamente. Questi deficit uditivi infantili (che rappresentano circa il 30% dei casi) possono essere identificati solo con programmi di osservazione e sorveglianza audiologica, per questo “è essenziale che il medico, soprattutto il neonatologo e il pediatra, sia formato e sappia essere sollecito in termini di diagnosi precoce, che in questi casi è fondamentale” sottolinea il professor Attanasio.
Una volta individuata l’ipoacusia, è fondamentale una rapida ed efficace scelta degli ausili uditivi più adatti al bambino, verificando l’idoneità degli stessi (protesi, impianto cocleare).
La logopedia costituisce un supporto fondamentale nello sviluppo e acquisizione del linguaggio nel bambino; ovviamente, la prognosi riabilitativa cambia se al bambino è stato diagnosticato tempestivamente il deficit uditivo, quindi non riporta gravi compromissioni nel linguaggio, o se l’ipoacusia viene riscontrata tardivamente.
Comprensibilmente, una diagnosi di ipoacusia nel bambino genera paura e sconforto nei genitori. È importante, quindi, fornire loro tutte le informazioni sulle novità terapeutiche che potranno assicurare una vita normale a loro figlio, e un adeguato supporto psicologico.
Come già detto, anche una volta superato lo screening neonatale, non è detto che il bambino sia esente da problemi all’udito. In particolare, è opportuno attuare un programma di sorveglianza audiologica su bambini a rischio per sordità congenita progressiva o ad esordio tardivo. Tra i fattori cui prestare particolare attenzione, possiamo citare la familiarità per ipoacusie permanenti nell’infanzia, traumi cranici, infezioni post-natali (compresa la meningite batterica) e otiti ricorrenti o persistenti.
Il professor Giuseppe Attanasio è responsabile scientifico del corso FAD (Formazione a Distanza) del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione ‘Ipoacusia infantile e protesizzazione acustica’, realizzato in partnership con Consulcesi Club. ‘Ipoacusia infantile e protesizzazione acustica’ si aggiunge all’ampio catalogo di oltre 150 corsi FAD offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione on line gratuitamente sul sito www.corsi-ecm-fad.it, è sviluppato in quattro moduli didattici composti da video-lezioni e materiali di approfondimento. Un questionario finale accerta la comprensione dei contenuti e assegna 3 crediti ECM.