Salute: problemi mentali per 1 adolescente su 7, SOS fondi per le cure

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale che si celebra oggi è allarme:

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale che si celebra oggi è allarme: 1 adolescente su 7 di età compresa fra i 10 ed i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale. L’Unicef ricorda che a livello globale la maggior parte delle 800.000 persone che muoiono per suicidio ogni anno sono giovani e che il suicidio è la quarta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni. La metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene trattata.

Dal documento finale stilato dal Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione, emerge come i disturbi mentali rappresentano la seconda causa del carico di sofferenza e disabilità legato a tutte le malattie.

La World Mental Health Day è stata inaugurata nel 1992 ed è supportata dall’Organizzazione mondiale della sanità con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla salute mentale, sulla consapevolezza, la sensibilizzazione dei disturbi. L’edizione 2022 è dedicata al tema “Fai della salute mentale e del benessere per tutti una priorità globale”. L’impatto dei problemi mentali è cresciuto rispettivamente del 28% e del 26% rispetto al periodo pre-Covid.

Crescono quindi i disturbi soprattutto legati a pandemia e guerra ma “c’è un gigantesco problema legato allo stigma sociale: il terrore di essere accostati a una diagnosi psichiatrica. E questo fa sì che non si chieda aiuto con drammatiche conseguenze: si accorcia la vita media del paziente, si verificano gravi danni nella sua vita sociale ed economica e ritardi nella diagnosi e quindi nella cura”. Lo dice a LaPresse Massimo Di Giannantonio, presidente della Società Italiana di Psichiatri. Una paura che parte “da due pregiudizi culturali che non rispondono al vero: il primo è che la malattia mentale sia incurabile, una condanna a vita – spiega – e il secondo è che chi soffre di una malattia mentale sia imprevedibile, incline ai raptus, a gesti eclatanti. Falso. Bisogna lavorare sulla prevenzione – insiste Di Giannantonio – perché il ritardo nelle cure aumenta la gravità della diagnosi e peggiora la prognosi”.

Aumenta la sofferenza psichica anche nei ragazzi, che complice anche la Dad “esprimono il loro disagio con l’aggressività – vedi il fenomeno della baby gang – oppure con l’abuso di alcol o di sostanze stupefacenti. Sì, hanno bisogno di aiuto ma lo Stato italiano non ci mette nelle condizioni di farlo”, spiega Di Giannantonio.

Insuffenti le risorse sanitarie destinate a questo ambito perché “la Sip ha chiesto allo Stato di portare al 5% le risorse da dedicare alla psichiatria. Ma ad oggi l’Italia investe solo il 3,5% delle risorse”.

A chiedere maggiore attenzione sul tema è anche David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi che spiega a LaPresse come ci sarebbe bisogno da parte del nuovo governo di “maggiore attenzione sul tema. Bisogna fornire gli strumenti per trattare il disagio psicologico nei giovani ma soprattutto per aumentare la loro capacità di resilienza in un’ottica di prevenzione. Per questo sosteniamo la figura dello psicologo di base, quindi gratuito, da affiancare al pediatra e al medico di famiglia”.

Altro fattore che incide sulla volontà di curarsi è quello economico perché “non tutti possono permetterselo” nonostante “i giovani hanno rotto il tabù di rivolgersi allo psicologo: secondo una recente indagine 8 su 10 lo ritengono utile e 7 su 10 se potessero ci andrebbero”, basti pensare che “nel 70% dei consultori famigliari non ci sono psicologi. I servizi di salute mentale si occupano solo delle tematiche più gravi. Ma i giovani vogliono qualcuno che li aiuti, li guidi e non che li curi. Lo psicologo – spiega Lazzari – serve soprattutto per promuovere le risorse e aiutare lo sviluppo”.

In Italia sono stati erogati 10 milioni di euro per il bonus psicologico e sono soprattuto i giovani ad averne fatto richiesta: su 300mila richieste, oltre il 60%, pari a 180mila domande, proviene da cittadini sotto i 35 anni. Misura che “dal punto di vista di noi psichiatri viene definita “un errore”, come spiega a LaPresse Massimo Di Giannantonio, presidente della Società Italiana di Psichiatria “perché all’interno dei dipartimenti di salute mentale del nostro Ssn il paziente può ricevere una diagnosi e un trattamento adeguato, all’interno di un circuito predisposto ad hoc. Cosa che non può essere garantita se intraprende percorsi autonomi fuori dal sistema sanitario nazionale”.

di Valentina Bombardieri

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