Roma, 22 lug. (LaPresse) – “Spesso l’estate si mangia e beve decisamente di più, l’attività motoria è ridotta e il caldo afoso contribuisce a far emergere diverse complicanze a livello respiratorio. Aumentando persino il rischio di patologie importanti come le demenze”. Lo afferma il prof. Lino di Rienzo Businco, Otorinolaringoiatra dell’Ospedale Santo Spirito di Roma – l’apnea ostruttiva del sonno, disturbo che consiste in frequenti micropause della respirazione mentre si dorme, è associata a cambiamenti nella struttura del cervello. Questi si osservano anche nelle prime fasi della demenza”. “Respirare male limita ogni prestazione, anche le performance del cervello – dice ancora il Prof. Lino Di Rienzo Businco. Ci è stato dimostrato da ricercatori australiani dell’Università di Sidney come periodi ripetuti e continuati di riduzione di apporto di ossigeno su soggetti di età compresa tra 51-88 anni. Quali quelli legati a raffreddori, sinusiti, apnee del sonno, ingrossamento delle adenoidi. Questi sono in grado di alterare la salute dei lobi temporali cerebrali al pari di quanto si rileva nelle prime fasi dei casi di Demenza (primi segnali alterazioni di memoria ed umore)”.
conclude Di Rienzo Businco
“Immaginabili i costi sociali e la gravità clinica di una condizione che invece oggi è facilmente diagnosticabile. Questo con una semplice visita Otorino ed esami funzionali non invasivi. Prosegue Di Rienzo la soluzione inoltre è anche mininvasiva ed endoscopica. Con sottili telecamere collegate ad erogatori di radiofrequenze di terza generazione e a palloncini-balloon. Questi sono in grado di ripristinare il corretto flusso di aria e correggere i danni cerebrali e cardiaci legati alla cattiva ossigenazione”. E’ importante intervenire in una fase in cui il danno è ancora reversibile, di qui lo scopo profuso in questi anni dalla SIDERO onlus(Società italiana per la diffusione dell’endoscopia e della ridotta invasività operatoria) di diffondere la consapevolezza nella popolazione della prevenzione di queste patologie del respiro. Troppo spesso banalizzate e trascurate per poi accorgersi delle loro complicanze quando è troppo tardi”.