ROMA – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini cerca una sponda nel presidente della Repubblica per i guai giudiziari della Lega, ma dal Quirinale arriva l’alt. Una nota dell’ufficio stampa di Sergio Mattarella informa che il presidente riceverà il vicepremier e ministro dell’Interno lunedì prossimo alle 12. “Sono, ovviamente, escluse dall’oggetto del colloquio valutazioni o considerazioni su decisioni della magistratura”. Da parte sua, Salvini ha twittato che “lunedì a mezzogiorno incontrerò Mattarella. Avrò il piacere di spiegargli le tante cose fatte nel mio primo mese da ministro”. Il tutto “per mantenere le promesse, per difendere i confini, per proteggere gli italiani e riportare ordine, rispetto e tranquillità in Italia”. Poche ore prima aveva già abbassato i toni, auspicando di avere “il prima possibile la gioia e l’onore di conferire con il presidente della Repubblica”.
Di Maio: non viene chiesto a Mattarella di pronunciarsi su una sentenza
Il “collega” vicepremier di Salvini, Luigi Di Maio, aveva dichiarato: “Non credo che sia stato chiesto al presidente della Repubblica di pronunciarsi su una sentenza”. Di Maio, inoltre, ha detto di non provare “nessun imbarazzo”, perché i fatti contestati al Carroccio risalgono a dieci anni fa, quando il leader era Umberto Bossi. “I diamanti in Tanzania e le lauree in Albania di Bossi me le ricordo bene – ha ricordato – sono quelli i motivi per cui la Lega era scesa all’1 o 2%”.
Parrini (Pd): reazioni scomposte per i 49 milioni spariti
Il senatore Dario Parrini, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, scrive sui social che “la storia dei 49 milioni spariti provoca reazioni scomposte. Salvini tira per la giacca Mattarella”. Inoltre, “il sottosegretario alla giustizia Morrone prospetta epurazioni di magistrati. Di Maio dice “Credo a Salvini”. Ma, caro Di Maio, Salvini non è un dogma. È un capo-partito. Non devi credergli, devi chiedergli spiegazioni convincenti su cose inquietanti. Finora non ne ha date”.