ROMA – Ora il governo trema davvero. Il caso della nave dei migranti ha reso la situazione incandescente. Matteo Salvini ora se la prende apertamente con la magistratura che ha fatto sbarcare i mi granti: “La Sea Watch non doveva sbarcare. Siamo uno Stato di diritto e non do nessuna autorizzazione. Chi ha dato l’autorizzazione? Il dottor Patronaggio? Allora gli chiedo se è lui che si è assunto la responsabilità degli sbarchi. Se qualcuno vuole fare il ministro si candida e viene al posto mio. Questa nave era già stata bloccata, e poi liberata di nuovo. Ma questi non sono soccorritori, aiutano i trafficanti di esseri umani, i delinquenti. Allora dico, nave sotto sequestro, finalmente? L’equipaggio sarà arrestato? Vedremo, ma ho dei dubbi. Da lei, Patronaggio, sono stato accusato di sequestro di persona. Non sono simpatico a questo signore. Qualche altro membro del governo sapeva? Ha autorizzato? Vedremo. La Guardia costiera dipende dal ministero dei Traporti, la guardia di finanza dal ministero dell’Economia. Se nelle prossime ore ci saranno arresti, sequestro definitivo e messa fuori uso della nave, anche affondandola, allora bene. Altrimenti è stato solo un atto politico”. Parole del ministro affidate ai social dopo la brusca reazione avuta in tv alla notizia.
Di Maio contrattacca, ora non si può far più finta di niente
La reazione di Di Maio è, come sempre in questo periodo, piccata nei confronti di Salvini. “Dice che se stanno sbarcando dalla Sea Watch 3 i migranti è perché i ministri Cinquestelle hanno aperto i porti. Il tema è che quella nave è stata sequestrata dalla magistratura, perché evidentemente ha violato delle regole nel Mediterraneo, e quando c’è un sequestro si fanno sbarcare obbligatoriamente le persone a bordo. Il ministro dell’Interno si legga le leggi dello Stato che lui rappresenta e non accusi il M5S, perché noi sulle politiche migratorie stiamo tenendo la linea del rigore”. Così si è sfogato l’altro vicepremier a Milano. I nervi sono parecchio tesi. E far finta di niente dopo le Europee avrebbe del ridicolo