ROMA – Razzista e fascista. Matteo Salvini se l’è sentito dire sempre più spesso ultimamente da chi si schiera contro di lui. Sono le accuse più gettonate. E quelle che, paradossalmente, il leader della Lega respinge con maggiore naturalezza. Facendogli guadagnare sempre più consenso.
La replica a Malagò
Stavolta Salvini si è ritrovato a rispondere al numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò: “Dare del fascista o del razzista a qualcuno significa non avere argomenti ed essere alla canna del gas e mi spiace per questo nervosismo. La politica fa la politica, lo sport fa lo sport”. E dopo aver risposto, sposta come di consueto il tema sui fatti. E mette il carico: “Se tante parti dello sport si lamentano occorre il cambiamento anche lì, non solo al governo. Ma a differenza di tanti altri, io non insulto, io faccio il mio e auguro a tutto lo sport di ritrovare l’anima che aveva”. Così il ministro dell’Interno nel corso del suo intervento a La7.
L’impegno per gli sport ‘minori’
Il vicepremier ha promesso “più soldi allo sport di base” e si è rivolto alla famiglia di Riccardo Bernardini, l’arbitro picchiato a San Basilio nei giorni scorsi: “Posso dire alla madre che, nella sfortuna, sarà proprio Riccardo a farsi carico di affrontare un problema che per troppi anni è stato lasciato irrisolto. Suo figlio darà una mano a tanti altri Riccardo che potranno arbitrare in libertà. Lo Stato paga come servizio d’ordine fuori dagli stadi 54mila tra poliziotti e carabinieri e nel decreto sicurezza ho inserito la norma che siano le società di calcio, che pagano milioni di euro ai calciatori, a farsi carico di questo costo perché non deve essere a carico di tutti gli italiani”. Per Malagò ora sarà dura uscire dall’angolo.