Salvini: per le pensioni le prime misure a febbraio, il vero obiettivo è “Quota 41”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Matteo Salvini

Roma– Rilanciare. Il vicepremier Matteo Salvini, sulle pensioni così come in altri argomenti, ama buttare la palla ancora più lontano: non si ferma a Quota 100, ma va oltre.

A febbraio “ci saranno le prime uscite”

Si tratterà dell’inizio di un percorso e che “l’obiettivo finale è Quota 41”, in modo da far “guadagnare qualche anno di vita a chi uscirà, e liberare centinaia di migliaia di posti di lavoro per il giovani“. Le parole di Salvini fanno scorgere ciò che potrebbe essere un vero e proprio “pacchetto pensioni” da inserire all’interno della manovra.

Il testo servirà a chiarire i dettagli per il presente, e gettare le basi per il futuro

La Quota 100 vera e propria, come è noto, permetterà di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Si è molto discusso sulla difficoltà per far diventare strutturale questo meccanismo, con costi notevoli.

Sull’argomento, Salvini sottolineato che la prospettiva è triennale per l’impostazione stessa del Documento di economia e finanza (Def) e della manovra, due documenti che disegnano uno scenario per i prossimi 3 anni.

L’ambizione del vicepremier è di sostituire, dal 2022, Quota 100 con Quota 41

Un unico requisito di contribuzione, a prescindere dall’età, per andare in pensione prima.  Quota 100, nei piani del Carroccio, sarebbe una ‘misura ponte’ verso un meccanismo diverso, e forse sostenibile, per i conti pubblici.

Entrando nei dettagli del “pacchetto previdenziale” che dovrebbe presto uscire dalle stanze del Governo, sembrano sempre più solide due ipotesi circolate negli ultimi giorni: le finestre mobili (con 3 mesi nel privato) e il divieto del cumulo dei redditi di lavoro per cinque anni dal pensionamento anticipato.

Tollerate solo remunerazioni sotto i 5mila euro annui

Questo dovrebbe scoraggiare i lavoratori ad andare in pensione prima, ma potrebbe anche spingerli a farsi pagare in nero.

Chiude il quadro l’Opzione Donna, il cui rinnovo sarà quasi certamente annuale (non triennale), con la possibilità di successive proroghe nelle prossime leggi di Bilancio.

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