Di Donatella Di Nitto
ROMA (LaPresse) – Matteo Salvini vola a sorpresa in Egitto e, nella veste ministro dell’Interno e vicepremier, bussa alla porta del presidente Al-Sisi. Tanta la carne al fuoco con il paese che affaccia sul Nilo. Dalla sicurezza, all’immigrazione, al contrasto al terrorismo, ma soprattutto l’omicidio di Giulio Regeni, ucciso al Cairo il 2 febbraio del 2016. Al-Sisi, come ha confermato lo stesso Salvini, “ha assicurato sarà fatta chiarezza e giustizia, per la famiglia e per l’Italia, in modo rapido e con risposte certe”.
Intanto dall’Italia sull’argomento parla anche il premier Giuseppe Conte spiegando che quella del responsabile del Viminale è stata una visita concordata. E che successivamente ce ne sarà una seconda, del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. “Il presidente del Consiglio, invece, si muoverà quando ci saranno alcuni passaggi che riteniamo significativi. C’è un percorso che stiamo seguendo e che speriamo porti alla soluzione che auspichiamo, ovvero giustizia”, spiega.
“Con Al Sisi abbiamo parlato di un’azienda come Eni che sta garantendo prosperità e lavoro in Egitto e in Italia”. Il presidente Al Sisi ha evidenziato infatti l’importanza di intensificare la cooperazione tra Egitto e Italia a diversi livelli e di realizzare una partnership strategica tra i due Paesi.
Sul fronte migranti
Il titolare del Viminale ha ricordato che l’Egitto “da ormai più di un anno non fa partire un immigrato clandestino in direzione Europa senza chiedere nulla in cambio. A differenza di altri paesi. Ogni riferimento ai sei miliardi di euro richiesti e voluti dalla Turchia è evidentemente voluto e desiderato”. Un tema che si lega a stretto giro con quello del terrorismo islamico. Tema su cui Salvini ha rinnovato “le buone pratiche e collaborazione tra le forze di sicurezza italiane e egiziane. Perché da parte egiziana hanno confermato che i foreign fighter saranno sempre più un problema per l’Italia e per l’Europa. Dalle loro notizie tra i cosiddetti migranti ci sono anche i cosiddetti combattenti islamici di ritorno”.
Italia ed Egitto hanno convenuto sull’importanza di risolvere la crisi libica, basandosi sulla ricostruzione delle istituzioni statali, in particolare parlamento e forze armate. Questo nel pieno rispetto e applicazione dell’accordo di Skhirat, a sostegno del Rappresentante Speciale ONU Salamé. Nel colloquio sono state inoltre discussi mezzi per intensificare ulteriormente gli sforzi comuni e la collaborazione bilaterale nella lotta al terrorismo.