Se c’è una cosa di cui possiamo essere certi nella politica italiana, è che la leggendaria capacità di evitare qualsiasi discussione scomoda è ben salda. E se c’è qualcuno che ha dimostrato maestria nel navigare tra le onde delle polemiche, quello è il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. L’ultimo episodio della sua commedia politica vede protagonista il fondatore e presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il cui impegno contro la criminalità organizzata è di ben trent’anni.
Il tanto agognato Ponte sullo Stretto, grande obiettivo del governo, sembra ormai essere un argomento tabù. Guai ad insinuare che un’opera di tali dimensioni possa attirare gli appetiti delle mafie. Il ministro Salvini si è opposto con fermezza a questa assurda suggestione, tanto da attaccare don Ciotti in maniera piuttosto colorita, definendolo sarcasticamente “un signore in tonaca.” Cosa ha detto don Ciotti per meritarsi una simile definizione da parte del vicepremier? Ha semplicemente sollevato una questione ripetuta mille volte da decine di esperti: c’è il rischio che il Ponte sullo Stretto non unisca solo due coste, ma anche due cosche.
Salvini ha subito accusato don Ciotti di ignoranza e superficialità, definendo le sue parole “una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene.” Secondo il ministro, il ponte rappresenta un’opera di grandissima importanza e sarà la salvezza del Mezzogiorno, nonché un duro colpo alle mafie. C’è però da chiedersi perché Salvini sia così tanto concentrato a difendere il progetto del Ponte, nonostante i dubbi e le preoccupazioni espresse da molte parti. Forse, il suo amore per questo progetto supera ogni altra considerazione.
In questa guerra dell’ironia, Salvini sembra essere rimasto piuttosto solo, poiché solo qualche leghista si è schierato al suo fianco. Dall’altra parte, don Ciotti è stato difeso a spada tratta da esponenti del PD, M5S e Verdi-Sinistra. L’ironia di Salvini ha anche attirato la reazione di importanti associazioni come Anpi, Arci, Acli, Greenpeace, Legambiente e Wwf, che hanno espresso solidarietà a don Ciotti. Per loro, Salvini avrebbe fatto meglio a informarsi prima di scagliarsi contro il don.
Ma il tutto non si è concluso qui. Il caso ha sollevato un vero dibattito e ad intervenire è stato anche il segretario della Cgil Maurizio Landini che ha difeso don Ciotti, definendo l’attacco di Salvini come un tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto e sostenendo che attaccare un combattente come don Ciotti dimostra quanto il Ministro sia distante dalla realtà e dalla lotta contro la criminalità organizzata.