NAPOLI (gp) – Alle 17,03 si è ripetuto il miracolo di San Gennaro. Il prodigio di maggio si è verificato ancor prima che il cardinale Crescenzio Sepe andasse a prelevare l’ampolla per la processione. I fedeli hanno accolto con un applauso l’annuncio ufficiale dell’avvenuto miracolo di maggio (è atteso ogni primo sabato del mese mariano) dato un’ora e mezza dopo nella chiesa di Santa Chiara.
La processione degli ‘infrascati’ e il gemellaggio per San Gennaro
Il corteo per le vie del centro è stato vissuto con devozione e partecipazione da parte dei fedeli. C’è stato un vero e proprio gemellaggio con altre città che hanno particolarmente a cuore San Gennaro. La processione di maggio è nota come quella degli ‘infrascati’. Questo per la consuetudine del clero che partecipa di proteggersi il capo dal sole, coprendolo con corone di fiori. Da via Duomo a Santa Chiara, passando per Forcella e le vie del centro storico. La processione dei busti argentei dei Santi compatroni è stata, come sempre avviene, vissuta con partecipazione dai fedeli e con curiosità da tanti turisti.
L’omelia di Sepe contro malaffare e povertà
Il cardinale Sepe, nella sua omelia, ha ricordato le piaghe di cui soffre la città. “Il santo vede, sa e soffre, con il suo popolo, per il disagio anche economico in cui si dibattono tante persone e tante famiglie. Soffre per il dolore di chi ha perduto il lavoro o non lo ha mai avuto, per le sofferenze di quanti sono negli ospedali o nelle carceri. Per la tristezza di chi è solo; per la povertà crescente”, non tralasciando un passaggio sulla necessaria lotta alla malavita e sul bisogno che c’è di una maggiore collaborazione tra le istituzioni, a cominciare dalla Chiesa.
“A San Gennaro, però, non possiamo chiedere senza dare. Come figli devoti, gli assicuriamo la nostra fedeltà, la nostra sincera devozione, le nostre preghiere. Ma anche il nostro impegno a cambiare in noi stessi per cambiare la società, per far prevalere il bene comune, per avere una società più giusta“, ha concluso.