BAGHDAD (gp) – Mentre l’Iraq prova a ricostruirsi un futuro attraverso le elezioni, l’Isis ancora non alza bandiera bianca. La giornata del voto nel Paese viene caricata di tensioni da una serie di attentati da parte dell’organizzazione terroristica che ha preso di mira i check-point della sicurezza.
Scia di sangue sul voto
Sei i morti in diversi attacchi che sono stati messi a segno nella provincia settentrionale di Kirkuk. A riverlarlo la polizia irachena che ha raccontato dei raid ai posti di blocco delle forze dell’ordine e delle milizie filogovernative. Quattro agenti e due paramilitari sono stati uccisi, mentre altre tre persone sono rimaste ferite. La tensione sarà altissima nel corso di tutta la giornata. Anche perché i pericoli sono praticamente ovunque, specie nelle aree periferiche del Paese, maggiormente attaccabili dall’Isis, che è stata cacciata dall’Iraq negli scontri dei mesi scorsi. E’ l’inizio di una giornata che rischia di essere terribile.
La corsa alla guida del Paese
Intanto gli iracheni partecipano al voto, cercando di disegnare il futuro politico di una nazione che riparte, ogni volta, dalle macerie. Dopo la guerra all’Isis c’è bisogno di stabilità. I favoriti per diventare capi del governo sono il premier uscente Haider al-Abadi, che ha condotto con successo la recente battaglia contro lo Stato islamico; Nouri al-Maliki, ex premier del periodo della conquista da parte dell’Isis di un pezzo importante dell’Iraq. E poi c’è Hadi al-Amiri, alla guida della milizia Mounasama al-Badr, ritenuto candidato filo iraniano. Candidatura, questa, che arriva in un momento di tensioni tra Teheran e Washington. Ma gli occhi di tutti sono puntati sui cittadini, che votano. Nonostante la paura degli attentati che si moltiplicano ora dopo ora.