CASERTA – Allarme per le liste di attesa per specialità come Gastroenterologia e Psichiatria all’Asl. I tempi che trascorrono fra le prenotazione e la visita, in base ai dati aggiornati a dicembre scorso (il responsabile delle liste è il dottor Giustino Pignata), sono preoccupanti soprattutto in questi settori. Una colonscopia richiede un tempo medio di 56 giorni, mentre il massimo è 134 giorni. Una semplice visita gastroenterologica ha un tempo di attesa di quasi 49 giorni in media che può arrivare a 138. Dall’Asl spiegano che ci sono pochi specialisti in questo settore e che molti pazienti si concentrano sulle strutture più considerate (ad esempio l’ospedale di Marcianise).
Attese ancora maggiori per il settore dell’Igiene e salute mentale: nei giorni scorsi “Cronache” ha evidenziato il caso della Neuropsichiatria infantile e in effetti dai dati dell’Asl emerge che il tempo medio di attesa per una visita è di 101 giorni (massimo 167). Non va meglio per la visita psichiatrica (200 giorni di media) con relativa visita di controllo (237), la psicoterapia individuale (481), i test della personalità (447). Anche in questo caso gli specialisti sono pochi e inoltre le visite psichiatriche sono lunghe e richiedono l’instaurazione di un rapporto fra medico e paziente (soprattutto se minore).
Non che in altre specialità le cose vadano molto meglio: per un’ecografia cardiaca, ad esempio, il tempo medio è di 35,7 giorni e può arrivare a 3 mesi. E per un ecocolordoppler cardiaco a riposo la media di 32 giorni può giungere fino a 6 mesi. A 145 giorni arriva l’attesa per la visita immunologica, per un’ecografia bilaterale della mammella ci vogliono 53-55 giorni e 99 per un’ecografia alla prostata. E va notato che questi ultimi due esami possono rivelare malattie oncologiche, per cui sarebbe fondamentale stringere i tempi.
La Regione sta chiedendo alle Asl di stilare, come già accade in alcune specialità, due distinte agende: una per la prima visita, gestita dal Centro unico prenotazioni, l’altra per le visite successive, gestita direttamente dallo specialista, che quindi decide le priorità in base alle diverse situazioni dei pazienti. Inoltre, per marzo le prenotazioni dovrebbero essere divise per zona: se un paziente non trova disponibilità immediata per una prestazione vicino casa, gliene viene proposta una un po’ più lontana e se la rifiuta passa indietro in lista di attesa.
Un problema non da poco soprattutto per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi.
“Il problema – commenta Nicola Cristiani (nel riquadro) della Cisl funzione pubblica – è quello della mobilità dei medici, che non vogliono lavorare nelle Asl e, se già vi prestano servizio, preferiscono passare al privato. I cittadini casertani hanno un forte tasso di “emigrazione sanitaria” all’interno e anche all’esterno della Campania. Molti utenti, per visite e anche per ricoveri, preferiscono il nord”.
Bisogna sperare, aggiunge il sindacalista, in un “cambio di passo nei concorsi: l’Asl di Caserta deve diventare un’azienda attrattiva. Attualmente i concorsi vanno spesso deserti sia per i posti di pronto soccorso che per l’attività ambulatoriale. L’azienda sanitaria deve recuperare la fiducia dei medici”.
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