ROMA – Dall’ovatta ai pasti, dal lavaggio della biancheria ai dispositivi per il diabete: le regioni spendono ogni anno 6 miliardi di euro. Ma oltre il 15%, pari a quasi un miliardo, si potrebbe risparmiare senza intaccare la qualità delle cure. Servirebbe uniformare i prezzi delle forniture a quelli pagati dalle regioni virtuose oppure allineandoli ai cosiddetti ‘prezzi standard’. E’ solo uno degli aspetti di come funzionino i costi e le spese nella nostra sanità
Un eccesso di spesa pari al 15 per cento
Regioni spendono 6 miliardi, ma il 15% è di troppo . Questo, secondo una stima dell’Anac, è l’impatto degli sprechi in sanità e dei relativi risparmi conseguibili applicando i vari prezzi di riferimento elaborati, nel corso degli anni, dall’Authority presieduta da Raffaele Cantone.
Nello specifico, secondo una tabella di sintesi appena elaborata dall’Anac, per presidi e dispositivi medici come siringhe, ovatta e cerotti, che costano complessivamente alle Regioni 75 milioni di euro, si potrebbero risparmiare 15 milioni, ovvero il 20%.
Sevizi ‘colabrodo’
Per il servizio di Pulizia delle strutture sanitarie che costa 1,2 miliardi di euro, si potrebbe risparmiare 210 milioni di euro, pari al 17,5%. Con la ristorazione, ovvero i pasti ospedalieri, si spendono annualmente 750 milioni di euro e, secondo l’Anac, se ne potrebbero risparmiare 95 milioni (12,6%). Per il servizio di Lavanderia di lenzuola e biancheria, che pesa complessivamente per 500 milioni di euro, se ne potrebbero risparmiare 100 (20%). E ancora, per i dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete di tipo 2, gli ultimi analizzati, si spendono 510 milioni, ma il 40% si potrebbero risparmiare, ovvero 215.
Gli sprechi nei farmaci
Infine 300 milioni di euro si potrebbero risparmiare nell’area dei farmaci, pari al 10% dei 3 miliardi milioni spesi. Una lunga serie di voci che sommate fanno un totale di 6.035 milioni di euro di costi. Della cifra 935 milioni di euro, ovvero il 15,5%, sarebbero risparmiabili se le Regioni si uniformassero a quanto spendono, per le stesse voci, quelle più virtuose’.