CASERTA – Grave carenza di personale medico in Medicina d’Urgenza, Chirurgia d’accettazione, Anestesia e Rianimazione per il servizio 118: i contratti scadono tra 2 settimane e l’Asl ci mette una pezza prorogando sei contratti fino al 31 dicembre prossimo. A proporre la proroga dei contratti è stato Roberto Mannella, responsabile del servizio di emergenza territoriale del 118 che ha avuto il nulla osta dal direttore sanitario dell’Asl Enzo Iodice. La scorsa settimana è arrivata la firma del direttore generale Amedeo Blasotti. I contratti in scadenza il prossimo 31 agosto sono stati dunque prorogati fino alla fine dell’anno in corso. Alcuni dei medici in questione sono anziani. E’ il caso di Giuseppe Di Giorgio. Ha quasi 70 anni (69 per la precisione). Di esperienza da vendere ne ha anche un altro medico incaricato, Flavio Romito, di 66 anni. Con loro resteranno in servizio anche Antonio Diana, 34 anni; Pier Renato Esposito, 50 anni; Anna Notaro, di 25 anni e Luca Vaccaro, di 35 anni. “Presso questa azienda esiste ancora una grave carenza di personale medico di Medicina e Chirurgia e d’Urgenza, Anestesia e Rianimazione per le attività territoriali 118” si legge nelle premesse del provvedimento con cui i sei sanitari sono stati prorogati. E ancora: “Ad oggi persistono le esigenze assistenziali aziendali nonché la necessità di assicurare i Lea che hanno indotto al conferimento di incarichi di lavoro autonomo secondo le modalità in premessa, rendendo pertanto necessario sopperire alla suddetta carenza di personale”. Il motivo che però ha indotto l’Asl a prorogare gli incarichi è anche un altro. Come infatti affermato da Concetta Cosentino, direttrice dell’unità operativa complessa delle risorse umane dell’Asl di Caserta, le procedure di reclutamento di dirigenti medici di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza espletatate nell’anno 2022 “non hanno coperto il fabbisogno di personale necessario a garantire le attività territoriali del 118”.
Concorso disertato: scarso appeal
Il problema è sempre lo stesso: le strutture sanitarie private accreditate sono ormai più appetibili rispetto a quelle pubbliche. Si lavora meno, si lavora meglio e si guadagna di più. Il risultato è che i medici scelgono di lavora nel privato e non nel pubblico. Stesso discorso per infermieri e operatori socio sanitari. La carenza in organico di medici, infermieri e operatori socio sanitari si fa sentire ancor di più nel periodo centrale di agosto. Colpa delle ferie del personale ma anche della mancata concertazione sulla dislocazione del personale. Il risultato è quello di turni pesanti per garantire l’attività assistenziale e carichi di lavoro rimodulati con più ore e meno riposo. L’emergenza principale si avverte certo al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta ma i problemi sono figli di carenze ataviche e dislocazioni di personale effettuato senza alcuna programmazione. A questo poi si aggiunge uno scarso appeal delle struttura sanitarie pubbliche a vantaggio di quelle private accreditate che garantiscono stipendi più elevati e turni di lavoro meno pesanti. La conseguenza è una corsa alle cliniche private con il conseguente abbandono degli ospedali pubblici che però devono offrire i servizi essenziali tra cui appunto quello del pronto soccorso. Tanto che i vari concorso dell’Asl di Caserta per assumere personale spesso non bastano; rispetto ai posti disponibili le richieste sono poche. E’ quello che è accaduto per il settore del 118. La procedura avviata dall’Asl per assumere personale non ha avuto successo. L’unica scelta possibile q wuel punto è stata la proroga dell’incarico pr quanti già lavorano nello stesso settore, anche a costo di avere in organico personale ormai prossimo alla pensione.
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