AVERSA – Nel mondo dello sport, pochi esempi sono così ispiratori come quello di Sara Vargetto. Atleta della società Athletica Vaticana e nominata portabandiera da Papa Francesco, Sara non è solo una sportiva di talento, ma anche una figura che incarna la resilienza e la speranza. La sua carriera è un viaggio straordinario, che va ben oltre i traguardi. Affetta da una grave malattia autoimmune, Sara ha saputo trasformare le sue sfide personali in una forza motrice, dimostrando che la determinazione e la passione possono superare qualsiasi ostacolo. Madrina dell’evento “Stranormanna”, una manifestazione sportiva dedicata alla promozione della solidarietà e dell’inclusione, Sara è l’emblema di come lo sport possa essere un potente strumento di cambiamento e di comunità. In questa intervista, ci parlerà del suo percorso dal basket al podismo, delle sue esperienze più significative e del suo ruolo come ambasciatrice di valori di inclusione e supporto. Scopriremo il suo impegno verso la promozione dell’accessibilità nello sport e ascolteremo il messaggio di speranza e determinazione che porta a tutti coloro che affrontano sfide simili. Un viaggio emozionante attraverso le parole di una campionessa che ha saputo trasformare le sue battaglie personali in una fonte di ispirazione per molti. Sara ha una storia che va ben oltre le sue conquiste sportive. Oggi ci racconta il suo percorso, la sua passione per lo sport e il suo ruolo come ambasciatrice di valori di solidarietà e inclusione.
Sara, è un grande onore per noi averti qui. Potresti raccontarci di come è iniziato il tuo percorso sportivo e cosa ti ha spinta a passare dal basket al podismo?
Grazie per l’opportunità di condividere la mia storia. Ho iniziato a giocare a basket quando ero molto giovane, circa sei anni. Mi piaceva molto il lavoro di squadra e l’energia che si sprigionava durante le partite. Tuttavia, un giorno mi è stata proposta l’opportunità di partecipare alla presentazione di una gara podistica. Quella esperienza mi ha affascinata immediatamente, e ho deciso di allenarmi e partecipare alle gare. Il passaggio dal basket al podismo è stato graduale: ho sempre amato le sfide e il podismo mi ha offerto un nuovo modo di mettermi alla prova.
Com’è cambiata la tua vita da quando hai iniziato a dedicarti al podismo? Quali sono state le sfide maggiori che hai affrontato?
La transizione al podismo è stata un’esperienza trasformativa. Mi ha insegnato l’importanza della disciplina e della perseveranza. Una delle sfide più grandi è stata gestire la mia malattia autoimmune, che a volte rende difficile l’allenamento e le competizioni. Tuttavia, lo sport mi ha dato una nuova prospettiva e un modo per affrontare le mie difficoltà. Ogni corsa rappresenta una vittoria personale, e mi ha aiutato a trovare una nuova forza interiore grazie alla mia famiglia e ai mei amici.
Parlaci delle tue maratone. Ogni maratona ha una storia unica. Qual è stata quella che ti ha lasciato il ricordo più intenso?
Ogni maratona ha avuto un impatto speciale su di me. La maratona di Roma, ad esempio, è stata particolarmente significativa. Nonostante la fatica e il dolore, il calore e il sostegno della gente a bordo strada mi hanno dato la forza per andare avanti. La Half Marathon di Cesanatico è stata un’altra esperienza memorabile, grazie al percorso mozzafiato e all’incoraggiamento del pubblico. Ogni gara mi ha offerto qualcosa di unico e speciale, e il ricordo di ogni traguardo è prezioso per me.
Come hai vissuto l’incontro con Papa Francesco? Che effetto ha avuto su di te e sulla tua carriera?
L’incontro con Papa Francesco è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Le sue parole di incoraggiamento e il suo riconoscimento del nostro lavoro con Athletica Vaticana hanno avuto un grande impatto su di me. Il Papa ha sottolineato l’importanza della solidarietà e dell’inclusione nello sport, e queste parole mi hanno dato ulteriore motivazione. Sentire il suo sostegno mi ha fatto capire quanto sia importante il nostro impegno per le persone in difficoltà e per i valori che rappresentiamo.
Cosa significa per te essere la madrina dell’evento “Stranormanna”? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai partecipanti?
Essere la madrina della Stranormanna (manifestazione sportiva organizzata da Peppe Andreozzi, dal suo staff e da numerosi volontari, una gara professionistica, una 10 chilometri, con oltre 1700 partecipanti a cui si sono aggiunti altri eventi come l’Orda Stranormanna, dedicata ai bambini, e la Stracanina. i valori dell’iniziativa sono l’amore per lo sport, la valorizzazione del territorio e soprattutto la solidarietà, ndr) è un onore e una grande responsabilità. Questo evento rappresenta l’incontro tra sport, comunità e solidarietà. Il messaggio che voglio trasmettere è che lo sport può essere un potente strumento di cambiamento e inclusione. Invito tutti a partecipare e a vivere l’esperienza con entusiasmo e passione. La Stranormanna non è solo una gara, ma una celebrazione dell’amore per lo sport e della forza della comunità.
Come riesci a mantenere l’equilibrio tra la tua vita personale e la carriera sportiva, considerando le sfide legate alla tua salute?
Mantenere un equilibrio tra la vita personale e la carriera sportiva richiede una pianificazione attenta e una buona dose di resilienza. La mia famiglia e i miei amici sono una grande fonte di sostegno, e cerco di pianificare il mio allenamento in modo che non interferisca troppo con la mia vita quotidiana. Gestire la mia salute richiede un’attenzione particolare, ma lo sport mi aiuta a mantenere una mentalità positiva e a gestire le sfide in modo costruttivo.
Qual è il tuo messaggio finale per i giovani che stanno pensando di avvicinarsi allo sport, ma sono incerti a causa di limitazioni fisiche o altre difficoltà?
Voglio dire a tutti i giovani che stanno pensando di avvicinarsi allo sport che non ci sono limiti reali a ciò che puoi fare. Le difficoltà e le limitazioni sono spesso più mentali che fisiche. Trova uno sport che ti appassioni e che ti dia gioia. Non devi essere un atleta professionista per trarre beneficio dallo sport. La determinazione e la passione sono le chiavi per superare qualsiasi ostacolo. Sperimenta e scopri cosa ti rende felice; lo sport può essere una grande fonte di libertà e soddisfazione.
Sara, ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e per la tua ispirazione. Ti auguriamo il meglio per le tue future competizioni e per il tuo impegno come madrina della Stranormanna.
Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di condividere la mia storia. Sono entusiasta di partecipare alla Stranormanna e di vivere insieme a tutti voi un’esperienza indimenticabile. Ci vediamo presto sulla linea di partenza!
Sara Vargetto continua a essere una fonte di ispirazione per molti, dimostrando che la forza di volontà e la passione per lo sport possono superare le sfide più difficili. Con il suo impegno e la sua determinazione, non solo raggiunge traguardi personali, ma contribuisce anche a promuovere valori di inclusione e solidarietà.