CAGLIARI – L’allarme scatta puntuale ogni estate, quando i turisti che vogliono raggiungere la Sardegna lamentano non solo tariffe proibitive ma anche, classica beffa che si aggiunge al non economico danno, ritardi, cancellazioni e disservizi. Ma quello dei trasporti, pur determinante per il turismo, è in realtà il primo, enorme, da sempre irrisolto problema dei problemi dei sardi. Acuito ed esasperato dal doversi sempre in qualche modo arrangiare fra proroghe, bandi in scadenza, normative europee che minacciano quotidianamente il diritto alla mobilità di un’intera regione. Via mare, via cielo o via terra per quelli interni, la situazione non cambia: un disastro, perennemente appesi a una continuità territoriale a singhiozzo, a bandi che vanno deserti o a monopòli talvolta inevitabili.
“Sembra quasi che non ci sia la volontà di risolvere i problemi dei trasporti in Sardegna. Ho scritto al ministro Giovannini, ho convocato i vettori, sono stato audito in commissione Trasporti alla Camera ma nulla è cambiato, nessuno mi ha dato risposte e si rischia l’interruzione del pubblico servizio oltre al mancato rispetto del diritto alla mobilità”, lamenta a LaPresse Giorgio Todde, assessore regionale dei Trasporti, esponente della Lega e dunque parte dello stesso governo Draghi più volte chiamato in causa. Le lamentele di Todde sono concentrate soprattutto sulla continuità marittima e sui disservizi Tirrenia, perché “il nuovo bando è stato spacchettato ed è andato deserto, il collegamento fra Cagliari e Civitavecchia è fatto con navi inadeguate e solo 3 volte alla settimana e Arbatax, al centro della Sardegna orientale, è stata del tutto cancellata da partenze e arrivi. Nessuno parla del diritto alla mobilità dei sardi e per risolvere questo problema, lo ripeto, serve solo volontà politica”. Perché altrimenti per Todde, che a ottobre avrà una nuova grana con la scadenza del bando di continuità aerea, i nuovi diktat dell’Europa e il dimezzamento della flotta Ita, è lecito pensare “che forse qualcuno non vuole che la Sardegna cresca troppo. Nel silenzio più totale è stato fatto scappare il secondo vettore nazionale, Air Italy, quando invece doveva essere inclusa nel tavolo nazionale con Alitalia”.
Punta alla svolta sulla continuità marittima la proposta di Romina Mura, deputata sarda del Pd e presidente della commissione Lavoro della Camera, che non nasconde la sua preoccupazione per la riduzione della flotta aerea con Ita. “Sto tentando di far passare un emendamento alla prossima legge di Bilancio dove stabiliamo un semplice principio: la continuità territoriale marittima è a totale carico dello Stato. Al momento la continuità marittima è solo un fatto amministrativo, non c’è un principio giuridico che la sostenga, e istituirlo è l’obiettivo dell’emendamento”, spiega la deputata che invita poi “la commissione paritetica Stato-Regione a scendere in campo” per occuparsene.
Sulla continuità aerea intervengono i deputati di Forza Italia Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis: “La proroga scade a ottobre, occorre un intervento urgente del governo per garantire i collegamenti, sciogliere il nodo Alitalia-ITA e attivare un nuovo regime”, scrivono in un’interrogazione, con l’ex presidente della regione che sollecita il passaggio delle funzioni e delle risorse della continuità marittima dallo Stato alla Sardegna”.
Una situazione ai limiti dell’assurdo, insomma. E, da decenni, mai risolta in modo definitivo.
di Sara Panarelli