TORINO – L’ora “X” è arrivata: Maurizio Sarri ha appena concluso la sua conferenza stampa di presentazione alla Juventus. Il giorno che nessun tifoso napoletano poteva mai immaginare, si è infine realizzato. Tra auspici di un futuro roseo come allenatore della Vecchia Signora e dissapori passati con il club napoletano che in questi giorni lo ha preso di mira per il “tradimento” juventino, Sarri, dismessa la tuta, ha fatto il suo ingresso nel Palazzo torinese in un bel completo giacca e cravatta.
Sarri alla Juve: “Il coronamento di una carriera difficilissima. Allenare Cristiano Ronaldo è un’emozione”
Tanti i temi trattati dall’ex ct del Chelsea. Innanzitutto, la soddisfazione di essere arrivato alla Juventus “la società più importante in Italia“. “Per me è il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima. Penso di avere rispettato tutti, anche nell’ultimo atto al Chelsea. La Juve mi da l’opportunità di tornare in Italia. Non ho mai visto una società tanto determinata a prendere un allenatore“, ha detto Sarri.
L’allenatore ha ora la possibilità di allenare un fuoriclasse puro come Cristiano Ronaldo. “Mi sono trovato ad allenare giocatori forti, molto forti nel Chelsea e qui si va a livello superiore, al top mondiale. E’ un’emozione, un ragazzo che ha quasi tutti i record che si possono avere e mi piacerebbe fargliene battere qualcun altro“.
Obiettivo Champions
Ora, l’obiettivo numero uno per il club bianconero e dunque per Sarri, è la Champions League. “La Juve in Italia ha l’obbligo di essere favorita e fare bene, in Champions ha l’obbligo di partire con l’obiettivo di vincere e la consapevolezza che ci sono 8-9 squadre che hanno la stessa forza. Deve purtroppo essere accettato anche un risultato diverso“.
“La responsabilità più forte è a livello italiano, la Champions è un sogno da perseguire con determinazione feroce ma con un coefficiente di difficoltà mostruoso“, ha aggiunto Sarri. Sul modulo da mettere in campo precisa: “Bisogna avere le idee chiare su 2-3 giocatori che possono fare la differenza e metterli nella condizione di farla“.
La rottura con il Napoli: “Penso di aver rispettato tutti”
Non potevano mancare i riferimenti al Napoli, il grande ma ormai ex amore del nuovo allenatore juventino. “Da bambino ero tifoso del Napoli e lì ho dato tutto, dal punto di vista professionale e morale. Nell’ultimo mese ho avuto dubbi, che la società mi ha tolto presentando Ancelotti. Non è stata colpa della società, ma mia, perché il dubbio tra continuare o andare via era forte. Ho preferito andare all’estero, per non passare subito a un’altra italiana. Penso di avere rispettato tutti“.
E per quanto riguarda le accuse rivolte al club juventino quando ancora allenava il Napoli, Sarri si difende dicendo che “il mio primo pensiero era battere la Juve, era il mio dovere morale e professionale. Ho dato il mio 110%, non ci siamo riusciti, lo rifarei, poi è chiaro che era un’avversità sportiva, è finita e la mia professionalità mi porterà a dare tutto per questa città. E se vedo un avversario disposto a tutto per sconfiggermi, posso anche odiarlo ma devo anche apprezzarlo“.
Quel dito medio alla Juve: “Era contro 25 stupidi, non ce l’avevo con la tifoseria”
Nessuno dimentica, però, i gesti rivolti alla Juve quando allenava la società partenopea. Su tutti, quel dito medio rivolto ai tifosi juventini. “Alcune cose dette sono state sbagliate ma altre sono state strumentalizzate. Il dito medio? Ho sbagliato, esagerando ma è stato nei confronti di 15-20 stupidi, non nei confronti della tifoseria della Juventus. Non dovevo reagire ma quelli non erano tifosi della Juventus“.
E per quanto riguarda le frasi rivolte al Palazzo? “Quando dicevo di voler prendere il potere, volevo vincere lo scudetto. Per me era un terreno professionale, rappresentavo uno dei popoli che ama di più la propria squadra e che non vinceva da 30 anni. Eravamo belli convinti, non è finita come volevamo“.
“Andare in campo e fare un buono spettacolo, ma l’eredità di Allegri è pesante”
Insomma, Maurizio Sarri non può che rimangiarsi tutto il veleno sputato in passato al club torinese, che lo ha fortemente voluto e che ora lo accoglie come ” il miglior allenatore per la Juventus in questo momento, il più adatto“, a detta di Paratici, Chief Football Officer del club di Agnelli.
Liquidate le polemiche di ieri, Sarri è già concentrato sul campionato: “Sono contento del fermanto che vedo in serie A, sarà un anno stimolante per gli allenatori. C’è il rientro di Conte, Giampaolo finalmente in una grande squadra, Ancelotti, un allenatore interessante come Fonseca, De Zerbi che stimo tantissimo. Si sta creando un’aria bella frizzante e ci sono i presupposti per vedere qualcosa di nuovo“.
Il nuovo ct dovrà conquistarsi i tifosi juventini, scettici verso un personaggio fino a qualche anno fa avverso alla loro causa. “Io conosco solo un modo per togliere lo scetticismo dalla gente: vincere e convincere, andare in campo e fare un buono spettacolo“, annuncia Sarri. Anche se “Allegri lascia un’eredità pesante, vincere tutto quello che ha vinto lui non sarà semplice“.
“Con De Laurentiis un buon rapporto. Uscirò dal San Paolo volendo bene ai tifosi, come prima”
“Non ho sentito De Laurentiis. Tutti pensano che abbiamo un brutto rapporto ma lo ringrazierò sempre. Raramente un napoletano, tifoso sin da bambino, arriva ad allenare la sua squadra e lui mi ha fatto questo regalo. Poi ci possono essere momenti di divergenze ma ci sta con due caratteri di grande personalità“.
Circa il temutissimo giorno del suo ingresso al San Paolo in veste di allenatore della Juventus, Sarri si dice, almeno a parole, tranquillo. “Se esco dal San Paolo so che se mi applaudono è una manifestazione d’amore, se mi fischiano è una manifestazione d’amore. Uscirò volendogli bene come prima, in un modo o in un altro”