Scacco agli Amato-Pagano, il clan di nuovo spalle al muro

NAPOLI – L’operazione portata a termine dai militari dell’Arma culminata con l’arresto di 33 indagati ritenuti vicini al clan Amato-Pagano nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di droga dalla Spagna ha rappresentato un duro colpo per la cosca attiva nella periferia a Nord di Napoli e nei Comuni di Melito e Mugnano. Infatti i militari dell’Arma sono risaliti anche a Enrico Bocchetti, genero di Cesare Pagano e a Luigi Diano, braccio destro di Raffaele Amato jr. Si tratta di due elementi di spicco della cosca, che negli ultimi anni aveva iniziato un’opera di rinnovamento iniziata con il delitto di Vincenzo Nappi. O’ Pittore, infatti, venne ucciso in un ristorante di Melito davanti ai clienti, perché non godeva più della fiducia dei boss. Nappi svolgeva il ruolo di reggente, ma fu vittima di un’epurazione interna. Dopo la morte di o’ Pittore, la cosca intendeva iniziare un nuovo corso. Dopo il blitz dei carabinieri, la cosca dovrà mordere il freno, visto che quella inferta dai militari dell’Arma è stata una spallata che la cosca non dimenticherà per tanto tempo. Per quanto riguarda, invece, la retata portata a termine all’alba di martedì, i carabinieri sono ancora alla ricerca di chi è sfuggito al blitz. Tra questi Simone Bartiromo, il broker di Marano, che intratteneva per i due gruppi ricondocubili agli Amato-Pagano, i rapporti con la Spagna, nazione da dove partivano i carichi di stupefacenti che rifornivano le piazze di spaccio dell’area Nord di Napoli e dei Comuni al confine tra il capoluogo partenopeo e la provincia di Caserta. Gli stupefacenti venivano nascosti in depositi posizionati a Mugnano e a Gricignano d’Aversa. I proventi, invece, venivano consegnati nelle mani dei cinesi, incaricati di lavare il denaro sporco. Con il traffico di droga il clan Amato-Pagano poteva contare sulle risorse economiche necessarie per tenere a bada le cosche rivali. Il blitz di martedì, però, rischia seriamente di mettere gli Scissionisti spalle al muro, confermando che lo Stato non ha alcuna intenzione di arrendersi alla camorra.
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