Scacco al clan Licciardi, la cosca come un’agenzia per il recupero crediti: il caso di un calciatore di Pianura

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Giovanni Strazzullo, Luca Gelsomino e Luigi Carella (indagato)

NAPOLI – L’inchiesta delinea l’organigramma del clan sotto la direzione di Paolo Abbatiello (con figure chiave come Luigi Esposito e Salvatore Sapio) e conferma il patto di ferro dell’Alleanza di Secondigliano (Contini-Bosti e Mallardo). Non solo. Emerge la rete di collaborazione con gruppi “satelliti” e clan storici come i Mazzarella (che, in un episodio, hanno legittimato un’estorsione per i Licciardi), i Russo-Sangermano nell’agro nolano, e gruppi attivi a Bagnoli e Posillipo. L’operazione, sviluppata tra il 2022 e il 2023, ha inferto un colpo significativo alla perdurante operatività della cosca, spiegano le forze dell’ordine. Nell’inchiesta figurano nomi importanti, come quello di Luigi Carella, soprannominato gallina (indagato a piede libero), ritenuto dagli inquirenti il referente dei Licciardi per il rione Berlingieri. Secondo la Procura, era considerato un fedelissimo di Maria Licciardi. Tra le carte dell’inchiesta emerge la forza del clan nel recupero dei crediti. Molti si rivolgono alla ‘Masseria’ per recuperare somme di denaro.

C’è un episodio particolare, ricostruito dagli inquirenti: Paolo Abbatiello e Salvatore Sapio si sarebbero rivolti a Carmine Esposito di Bagnoli per “competenza territoriale”, perché i Licciardi erano stati incaricati di recuperare una somma di denaro da un calciatore a Pianura. Un credito di 7.500 euro vantato da una persona non identificata nei confronti del calciatore. Poi si sarebbero accordati per una ‘rata mensile’, il 30 di ogni mese. Gli investigatori fanno sapere che le indagini sviluppate – tra il 2022 e il 2023 – dal Nucleo Investigativo Carabinieri, anche
mediante massive attività tecniche, e coordinate dalla DDA di Napoli hanno consentito di documentare la perdurante operatività del clan “Licciardi” e dei gruppi ad esso associati, facenti parte del potente cartello camorristico denominato “Alleanza di Secondigliano”, storicamente attivo ed egemone nella parte settentrionale di Napoli e nella provincia partenopea.

Non solo. E’ stato delineato l’organigramma con i ruoli dei singoli indagati. I carabinieri hanno indagato su diverse condotte estorsive in danno di commercianti, di soggetti dediti alle truffe informatiche, nei cui confronti il clan ha rivendicato parte dei proventi illeciti, e di un’occupante abusiva di un alloggio popolare, costretta a versare 16mila euro per continuare ad abitare nella casa. Mediante la forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio, si sarebbero più volte adoperati a recuperare illecitamente i crediti di terzi soggetti, su richiesta di quest’ultimi.

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