NAPOLI – Nel pomeriggio di venerdì, gli agenti del commissariato San Giovanni-Barra, durante il servizio di controllo del territorio, hanno notato in via Serino due persone a bordo di un’autovettura che stavano parlando con un giovane e che, alla loro vista, si sono allontanati nonostante fosse stato loro intimato l’alt. Ne è nato un inseguimento terminato in via Marghieri dove i due, scesi dall’auto, hanno minacciato e aggredito i poliziotti tentando nuovamente di darsi alla fuga fino a quando, con il supporto di un altro equipaggio del commissariato e con non poche difficoltà, sono stati definitivamente bloccati in corso Bruno Buozzi. Inoltre, i poliziotti hanno trovato il conducente in possesso di 400 euro e il passeggero con 13 dosi di hashish. Salvatore Borriello e Daniele Donadio, di 21 e 27 anni, entrambi con precedenti di polizia, sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza, violenza a pubblico ufficiale e lesioni e denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale; infine, l’auto è stata sottoposta a sequestro.
C’è un dettaglio. Salvatore Borriello risulta essere la stessa persona che, lo scorso 17 aprile, era finita nel mirino di un commando formato dal clan Aprea. Nel corso dell’incursione armata portata a termine da un commando composto da quattro persone in sella a due scooter, rimase ferita anche una ragazza innocente, Federica Mignone, che si trovava in zona insieme al fidanzato. Un raid studiato nei dettagli, stando alla ricostruzione degli inquirenti, col gruppo di fuoco che avrebbe preventivamente controllato i movimenti di Borriello e la sua presenza proprio in quei frangenti. L’uomo è riuscito a scappare ma gli uomini armati hanno continuato a sparare tra i passanti, colpendo la 25enne al piede ed alla caviglia, procurandole ferite giudicate guaribili in 21 giorni. La ragazza, totalmente estranea a dinamiche criminali, era stata ferita mentre passeggiava insieme al compagno in via Serino, all’altezza del civico 17. E’ stata quindi accompagnata dallo stesso fidanzato al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, dove per fortuna le sue condizioni erano sembrate subito non gravi. In un primo momento quel raid era stato inquadrato come una possibile ‘stesa’ messa in scena dai giovani rampolli della mala orientale per marcare il territorio. Con la visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza c’è stata la svolta nelle indagini.