NAPOLI – Il clan Di Lauro è ancora attivo. La conferma è contenuta anche nell’ultima relazione della Dia. Sembrava che la cosca fondata da ‘Ciruzzo o’ milionario’ potesse subire una grossa spallata dopo l’arresto del figlio Vincenzo Di Lauro, catturato qualche settimana fa al termine delle indagini portate avanti per scoprire mandanti ed esecutori di otto omicidi compiuti nella seconda faida di camorra. Ma ‘F2’ venne scarcerato qualche giorno dopo. Secondo i giudici del Riesame non c’erano abbastanza elementi per trattenere in cella Vincenzo Di Lauro, accusato di avere avuto un coinvolgimento nel delitto di Luigi Giannino, ammazzato nel giugno del 2017. La cattura del figlio di Paolo Di Lauro aveva costretto la cosca a consegnare il comando ai caporali, uomini affiliati al clan, ma esterni al nucleo storico della famiglia. Infatti in quei giorni il pensiero comune è che era stato catturato l’ultimo boss dei Di Lauro. La sua scarcerazione, avvenuta qualche settimana dopo l’arresto, ha permesso al gruppo criminale di riassestarsi subito e di continuare a portare avanti i business illeciti.
Tra questi lo smercio di droga. Sono ancora parecchie le piazze di spaccio aperte a Secondigliano e a Scampia. Secondo quanto risulta alle forze dell’ordine, pare che il clan preferisca affidarsi a pusher minorenni. Si tratta di giovani provenienti da famiglia disagiate, attirati dalla possibilità di guadagnare soldi facili per acquistare cellulari costosi, automobili da guidare anche senza patente e capi firmati. Nel caso venissero catturati, avrebbero conseguenze meno gravi rispetto a chi ha già compiuto la maggiore età. La riflessione si traduce anche in un rischio minore di imbattere in persone al soldo della cosca che, per ottenere sconti di pena, decide di collaborare con la giustizia, rivelando nomi e indicando i posti dove vengono nascoste le sostanze stupefacenti. Come detto, la cosca dei Di Lauro è ancora in piedi nonostante gli arresti e le uccisioni eccellenti avvenuti negli ultimi 20 anni. Non va dimenticato, infatti, che le forze dell’ordine nel 2005 riuscirono addirittura a catturare Paolo Di Lauro, boss e fondatore del cartello criminale. L’arresto del ‘padrino’ si verificò durante la faida di camorra, che trascinò Secondigliano, Scampia e i Comuni della provincia di Napoli che risiedono a Nord del capoluogo partenopeo, nel terrore.
Era i tempi in cui al potere salì Cosimo Di Lauro, uno dei figli di ‘Ciruzzo o’ milionario’. Cosimo era sanguinario come il padre, ma veniva mosso da una furia accecante che lo fece cadere in disgrazia. Arrestato nel 2005, morì in carcere un anno fa. A tenere le redini del clan dal 2005 al 2019 nonostante la latitanza è stato Marco Di Lauro, anch’egli attualmente detenuto. Adesso tocca al fratello Vincenzo, ritenuto la vera mente imprenditoriale della cosca.
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