Eva Kaili resterà in carcere almeno per un altro mese. E’ questa la decisione dei giudici del tribunale di Bruxelles al termine dell’udienza di convalida dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, detenuta nel carcere di Haren, alle porte di Bruxelles, da ormai undici giorni. In mattinata, al termine dell’udienza, i suoi legali avevano chiesto i domiciliari per la loro assistita, mamma di una bimba di poco meno di due anni, che ora, stando ad alcune voci di stampa, sarebbe con il padre di Kaili, fermato all’Hotel Sofitel di Bruxelles – e poi rilasciato – mentre portava un trolley pieno di banconote.
Anche per questo la difesa di Kaili aveva chiesto che “fosse sottoposta al regime di sorveglianza attraverso il braccialetto elettronico”. “Kaili collabora all’inchiesta in maniera attiva, contesta tutte le accuse di corruzione a suo carico”, riferisce uno dei suoi avvocati, Andrè Rizopoulos, al termine dell’udienza presso il Tribunale di giustizia di Bruxelles. Gli fa eco l’altro suo legale, Mihalis Dimitrakopoulos, a capo di uno dei più rinomati studi legali in Grecia. “Abbiamo preso l’impegno di non parlare troppo perché l’inchiesta è seria. Vi dico che la signora Kaili è innocente e non è mai stata corrotta”, ribadisce il legale, facendo intravedere una strategia difensiva che punta a scaricare le accuse sul socio Panzeri e il compagno Giorgi.
Anche l’europarlamentare socialista, dunque, arrestata in flagrante mentre il padre tentava di portare via i soldi e per questo esente dall’immunità parlamentare, dovrà rimanere in custodia preventiva, come Panzeri e Giorgi, la cui carcerazione è stata prorogata al 14 gennaio. Infastidi dalla fuga di notizie, i legali, assediati dalla stampa, hanno centellinato le parole – “perché l’inchiesta viene condotta dalle autorità giudiziarie e non si fa altrove” – hanno espresso soddisfazione per l’apertura di un’inchiesta “per violazione del segreto professionale” sulle notizie passate alla stampa che “possono mettere a rischio il caso”.
“Non ho mai visto un tale modo di violare così frontalmente il segreto istruttorio”, ha evidenziato Rizopoulos. “Non sono l’unico a pensarlo. Il procuratore generale ha avviato un’inchiesta a riguardo”. Prossima tassa il 3 gennaio, quando presso la Corte d’appello di Brescia si svolgerà l’udienza per l’estradizione in Belgio di Silvia Panzeri, figlia dell’ex europarlamentare, mentre per la moglie, Maria Dolores Colleoni, c’era già stata l’autorizzazione all’estradizione.(LaPresse)