Schroders taglia le stime del Pil dell’eurozona, fari puntati sul debito italiano

Schroders taglia le proprie stime per quanto riguarda la crescita del Pil dell'eurozona nel 2019. Portandole al 2% dal precedente 2,4%

Philip Toscano/PA Wire

MILANO (LaPresse) – Schroders taglia le stime del Pil dell’eurozona, fari puntati sul debito italiano. Schroders taglia le proprie stime per quanto riguarda la crescita del Pil dell’eurozona nel 2019. Portandole al 2% dal precedente 2,4%. Si tratta, segnala lo stesso gruppo finanziario globale, del secondo downgrade consecutivo. Riconducibile principalmente alle attese di un’intensificazione delle guerre commerciali. E al conseguente impatto sulla performance esterna dell’area euro. Il 2019, per gli analisti di Schroders, dovrebbe seguire una traiettoria simile. La domanda domestica dovrebbe tenere bene, ma le continue tensioni commerciali freneranno quella esterna. Motivo per cui sono state riviste al ribasso le previsioni anche sotto questo aspetto, dal 2,1% all’1,7%. Lo scenario di base elaborato dagli esperti, ad ogni modo, prevede che la Bce prosegua lungo il percorso annunciato. E termini il Qe alla fine di quest’anno, mantenendo i tassi invariati fino all’estate 2019.

Le condizioni dell’Italia secondo Schroders

Per quanto riguarda l’Italia in particolare, Schroders segnala che la proposta di legge di bilancio che il governo formulerà nei prossimi mesi sembrerebbe orientata verso un pacchetto ridotto di stimili fiscali. “Tuttavia, esiste il rischio che il governo populista intraprenda una battaglia contro la Commissione europea”, scrive nella nota che presenta il downgrade dell’eurozona il senior European Economis and Strategist del gruppo, Azad Zangana. Questa seconda eventualità potrebbe innescare quello che gli analisti di Schroders hanno ipotizzato come lo ‘Scenario di una crisi del debito italiano’. Un esercizio teorico che prevede un drastico aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato dell’Italia, con il conseguente allargamento dello spread e il deprezzamento dell’euro. Anche la crescita dell’eurozona verrebbe danneggiata seriamente in questo scenario. “Una situazione simile potrebbe essere risolta solo con il ripristino da parte della Bce del Qe e l’insediamento di un Primo Ministro tecnico”, conclude il Zangana.

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