Domani il sistema sanitario italiano si ferma per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto da medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie. Secondo le sigle sindacali Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, potrebbero saltare fino a 1,2 milioni di prestazioni, inclusi 50mila esami radiografici, 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Garantite solo le prestazioni d’urgenza. La protesta, che culminerà con una manifestazione in piazza Santissimi Apostoli a Roma, punta i riflettori su una serie di criticità che affliggono il settore. Tra i motivi dello sciopero: contratti inadeguati, scarse risorse per l’ospedalità privata, mancata detassazione di parte degli stipendi, ritardi nell’aumento dell’indennità infermieristica, assenza di riforme per le cure territoriali e ospedaliere, e mancata sicurezza negli ospedali. Le sigle sindacali chiedono inoltre la contrattualizzazione degli specializzandi, la retribuzione per quelli di area non medica, il riconoscimento del lavoro usurante, la riforma del vincolo di esclusività per gli infermieri e l’abolizione della figura dell’assistente infermiere. Alla manifestazione parteciperanno i leader delle associazioni: Pierino Di Silverio (Anaao Assomed), Guido Quici (Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Nursing Up). Una mobilitazione che denuncia l’insostenibilità del sistema e mira a richiamare l’attenzione del Governo sulle gravi carenze che affliggono la sanità pubblica.