Scissione tra i Casalesi, asse Martinelli-Bidognetti

CASAL DI PRINCIPE – È fuga dal clan Schiavone. Con il padrino Francesco Sandokan in carcere da 25 anni e due dei suoi figli, Nicola e Walter, collaboratori di giustizia, chi si è ritrovato al vertice della famiglia mafiosa in questi anni non è stato in grado di tenere serrate le file. La cosca si è indebolita e gli affiliati che l’hanno lasciata hanno deciso di costituire un gruppo autonomo: a tracciare questo nuovo quadro criminale sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, coordinati dalla Dda di Napoli, grazie all’analisi di numerose intercettazioni. La più importante è datata 16 febbraio 2021: a parlare sono Ivanhoe Schiavone, anche lui figlio del capoclan Sandokan, e Vincenzo D’Angelo, genero del boss Francesco Bidognetti. I due, mentre girano in auto per le strade di Casale, discutono proprio della scissione che era in atto in casa Schiavone: si stava staccando dalla cosca ‘madre’ la fazione Martinelli, guidata, sostengono i militari dell’Arma, da Emilio Martinelli, alias ‘o barone, figlio del boss Enrico. Il genero di Cicciotto racconta a Ivanhoe di un suo confronto che aveva avuto qualche giorno prima con Martinelli all’esterno di una nota pasticceria: “Disse: io sono un’altra famiglia. Ah… sei di un’altra famiglia? Gli chiesi. E faglielo sapere almeno…”. “E che famiglia sarebbe?”: domanda il figlio di Sandokan. “Non lo so. Disse (Martinelli, ndr): io faccio un’altra famiglia. Ivanhoe – chiarisce D’Angelo – io non te lo sto dicendo perché ti voglio armare la mano… capiscimi”. Insomma, il genero di Cicciotto gli aveva dato l’informazione soltanto per metterlo in guardia, ma riteneva inopportuno iniziare una guerra.

Nel corso della chiacchierata D’Angelo racconta anche che a seguire Martinelli nella costituzione della nuova gang ci sarebbero pure tale Giuseppe Del Vecchio e Gaetano Diana, figlio del capozona Elio Diana (cognato del boss Cicciariello). Informazioni che innescano in Ivanhoe una reazione che va a confermare quello che diversi investigatori sostengono ormai da anni. Cosa? Che il vero delfino di Sandokan, chi sciaguratamente potrebbe ridare forza alla famiglia mafiosa (ad oggi falcidiata da arresti e pentimenti), è Emanuele Libero, al momento ancora in cella: ma una volta in libertà (dovrebbe essere scarcerato il prossimo ottobre), tiene a precisare Ivanhoe, avrebbe ‘sistemato’ certamente Del Vecchio, Diana e gli altri.

Indirettamente Ivanhoe riconosce la leadership del fratello ed esalta il suo peso malavitoso che potrebbe tornare ad esercitare sul territorio, con violenza, una volta terminata di espiare la pena: “Emanuele deve uscire. […] Stanno tutti quanti che… non sanno… non sanno dove devono scappare”. E D’Angelo, in quel momento rappresentante del clan Bidognetti, risponde alle parole di Ivanhoe indicandogli da quale parte lui e la sua cosca stavano. Dove? Vicino agli Schiavone. Ed infatti lo informa di aver già interrotto ogni tipo di rapporto con Martinelli: “Gli dissi: mi devi fare un piacere, non mi devi salutare più. Basta, te ne devi andare da vicino a me. Quando devi mandare qualche tuta a Gianluca (Bidognetti, cognato di D’Angelo, ndr), c’è Carlo (D’Angiolella, marito di Katia Bidognetti ndr). Chiama lui. Non chiamare più me. Non venire più. Per le telefonate non venire più (riferendosi al filo diretto che aveva, grazie a cellulari clandestini, proprio con Gianluca Bidognetti, in quel periodo in cella a Terni)”.

I carabinieri di Aversa hanno registrato questa conversazione mentre indagavano sulla nuova struttura dei Bidognetti, diretta dal carcere da Gianluca, e su quella Schiavone affidata, fino al 2022, sostiene la Dda, alle mani del ras Giovanni Della Corte. Un’indagine complessa che è sfociata lo scorso novembre in 37 misure cautelari e che ha messo sotto inchiesta, a piede libero, altre 8 persone. A poche settimane da quel blitz, D’Angelo, alias Biscottino, marito di Teresa Bidognetti, ha iniziato a collaborare con la giustizia. Le informazioni che sta dando alla Dda saranno importanti anche per tracciare la scissione negli Schiavone saltata fuori grazie alle intercettazioni. Per 39 dei coinvolti nell’inchiesta sui Bidognetti e sulla cosca di Sandokan (tra loro ci sono D’Angelo, D’Angiolella, Della Corte e i fratelli Bidognetti, ma non Ivanhoe, Martinelli, Diana e Del Vecchio – tutti da ritenere innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) è stato disposto dal Tribunale di Napoli il giudizio immediato.
Ivanhoe ha rifiutato di aderire al programma di protezione offertogli dallo Stato dopo la collaborazione con la giustizia intrapresa dal fratello Nicola.

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