Di Laura Carcano
Milano, 9 apr. (LaPresse) – E’ stato convocato d’urgenza dal prefetto di Vibo Valentia il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a poche dallo scoppio di un’auto avvenuto a Limbadi, nel vibonese, in cui è morto un uomo, Matteo Vinci, ed è rimasto gravemente ferito il padre Francesco, portato all’ospedale di Vibo in gravi condizioni. A indagare sono i carabinieri di Tropea. In corso gli accertamenti tecnici degli artificieri e fra le ipotesi al vaglio c’è quella, su cui si stanno concentrando gli investigatori, che a provocare l’esplosione della vettura sulla quale viaggiavano Vinci e il padre sia stato un ordigno e che quindi si sia trattato di un’autobomba. La convocazione del comitato di sicurezza a Vibo Valentia arriva anche a seguito deìl recente sfregio a Soriano del monumento in ricordo di un giovane ucciso per errore in un agguato di ‘ndrangheta.
A carico di Matteo Vinci, che aveva corso alle ultime comunali di Limbadi senza essere eletto, non risulterebbero precedenti penali per mafia. Sono intervenuti sul posto della deflagrazione anche i vigili del fuoco, allertati nel pomeriggio verso le 15,20. Quando la macchina è esplosa, nelle campagne di Cervolaro, a Limbadi Matteo e Francesco Vinci stavano percorrendo una strada che li portava in una zona dove sono presenti alcuni loro fondi agricoli.
Il coordinamento provinciale dell’associazione Libera di Vibo Valentia sottolinea il clima di tensione nel vibonese, dove gli equilibri dei clan sono in trasformazione. “È stata una autobomba e non un incidente a provocare la morte di Matteo Vinci, 42 anni di Limbadi e ferire gravemente il padre ora in una dura battaglia tra la vita e la morte.- si legge in un post di Libera su fb – Altro sangue a testimoniare il clima di forte tensione, di difficoltà e delicatezza che interessa la provincia di Vibo Valentia, dove si continua ad uccidere posizionando un ordigno nel vano del portabagagli”.
‘Libera’ di Vibo Valentia aveva anche condannato sempre su fb lo sfregio a Soriano del monumento in ricordo di Filippo Ceravolo, giovane di diciannove anni ucciso per errore in un agguato di ‘ndrangheta il 25 ottobre del 2012 nelle Preserre vibonesi: “Ribadiamo con fermezza ai familiari delle vittime innocenti, che la vicinanza e il calore dimostrato il 21 marzo a Vibo Valentia, in occasione della giornata regionale della “Memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie”, rimangono fiamma viva e travolgente”.