Scuola, Anief: Stipendi docenti in calo, Cgil se ne accorge solo ora

Foto LaPresse - Fabio Delfino 23/03/2018 Milano (Mi) Cronaca Uscita dei ragazzi dalla scuola Liceo Parini

Roma, 27 mar. (LaPresse) – “Quello sottoscritto lo scorso 9 febbraio all’Aran per la Scuola e’ un contratto dignitoso. Anzi, a pensarci bene e’ modesto. Il sindacato Confederale ammette che per guadagnare quanto un collega d’Europa, un insegnante della scuola dell’infanzia e delle elementari dovrebbe avere un aumento in busta paga di 455 euro al mese. Altro che 85 lordi e nemmeno sicuri per chi percepisce gli stipendi piu’ bassi. Ma perche’ questi dati nazionali impietosi vengono tirati fuori e denunciati solo oggi? Perche’ i firmatari del contratto della vergogna ci ripensano, rinsaviscono e fanno marcia indietro solo adesso, a distanza di un mese e mezzo? Forse perche’ siamo in piena campagna elettorale per il rinnovo delle RSU e dei sindacati rappresentativi? Il sospetto appare fondato”. Lo sottolinea, in una nota, l’Anief.

“Il leader della Confederazione, – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – afferma che servirebbero 453 euro in piu’ rispetto all’attuale stipendio, ma nel contratto sono presenti appena 85 euro e solamente per il 2018. E la cifra assicurata e’ ben lontana dalla Costituzione e dall’adeguamento all’inflazione, almeno tre volte rispetto al privato dove e’ indicata come salario minimo. Altro che allineamento all’Europa. Ma ci chiediamo anche: il sindacato, piuttosto che ricordarsene in campagna elettorale per le Rsu, non poteva ravvedersene prima di firmare il contratto 2016/18?”

“Il problema e’ che a pesare negativamente nella scuola, come in tutto il pubblico impiego, – continua il presidente – non sono solo gli stipendi da fame. Ma ci sono gli scatti bloccati: sia per i giovani, a cui e’ stato sottratto il primo gradone stipendiale dopo l’accordo a tempo del 2011, poi normato dalla legge 128/2013, che obbliga ad attendere la fine dell’ottavo anno di anzianita’ per vedere muovere il loro assegno stipendiale (malgrado vi siano svariate sentenze emesse da diversi tribunali del lavoro); sia per chi e’ avanti nella carriera, oltre 27 anni, costretto a rimanere in servizio fino alle soglie dei 70 anni di eta’ con l’ultimo decennio a stipendio fermo perche’ non si e’ voluto introdurre un ulteriore scatto oltre l’ultimo dei 35 anni. Tutte queste ragioni fanno aumentare i motivi per votare Anief in occasione del rinnovo delle Rsu di aprile: se il giovane sindacato diventera’ rappresentativo, infatti, si battera’ per portare gli stipendi almeno all’inflazione”.

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