Scuola, ipotesi di tamponi a tappeto per gli studenti. Domani la mobilitazione no-Dad

Dalle 10 ci sarà un presidio statico in piazza di Montecitorio con studenti, precari e famiglie. Uno "sciopero sociale e dell'astensione dalla DaD", rivendicano, perché "è la società tutta ad essere colpita dalla noncuranza e con cui è trattata la scuola"

Foto LaPresse - Claudio Furlan

ROMA – Il lavoro per riportare i più piccoli tra i banchi ovunque e già subito dopo Pasqua non si ferma. Sul tavolo del generale Francesco Paolo Figliuolo finisce la proposta, avanzata dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, di effettuare test anti-Covid periodici su tutta la popolazione studentesca, all’interno degli istituti. E’ ancora un’ipotesi (e di difficile attuazione), ma il commissario dovrà valutarne le modalità e sciogliere la riserva nei prossimi giorni.

Il mondo della scuola

Una “buona idea” per la presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Licia Ronzulli, che permetterebbe di tracciare l’andamento dell’epidemia. “Siccome la scuola è prioritaria, perché prioritario è il diritto all’educazione dei bambini, tutte le misure che si possono mettere in campo per garantire questo diritto vanno messe in campo”, ribadisce la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. E’ stata la prima a chiedere, ad agosto dell’anno scorso, che ci fossero tamponi salivari per la riapertura delle scuole, accanto a una campagna specifica di vaccinazione. La campagna di vaccini per il personale scolastico, infatti, procede spedita. Al 25 marzo, le somministrazioni (una sola dose) sono 847.623 su circa un milione di lavoratori, tra insegnanti, presidi e personale Ata.

Le proteste

Intanto, però, c’è chi scende in piazza. La rete di Priorità alla scuola supporta lo sciopero Cobas di domani, lamentando una mancanza d’attenzione generale. “In un anno di pandemia nulla è cambiato”, affermano. Dalle 10 ci sarà un presidio statico in piazza di Montecitorio con studenti, precari e famiglie. Uno “sciopero sociale e dell’astensione dalla DaD”, rivendicano, perché “è la società tutta ad essere colpita dalla noncuranza e con cui è trattata la scuola”.

Le richieste

Al primo punto delle richieste, c’è che venga profuso ogni sforzo per garantire la riapertura in presenza per ogni ordine e grado e in ogni regione, “non oltre il 7 aprile”. Per il Lazio, dove il piano vaccinale per i docenti è quasi completato, propongono il ritorno in presenza anche alle superiori, al passaggio della Regione in zona arancione, che potrebbe avvenire probabilmente già a partire da lunedì. Lo stesso governatore Nicola Zingaretti, sui social, tranquillizza i genitori dei più piccoli. “Da lunedì, se si torna in zona arancione, ripartono in presenza asili, elementari e medie. Dopo Pasqua potranno riaprire le superiori, garantendo agli studenti di fare il tampone rapido gratuito e senza certificato medico in tutti i drive in della regione”.

Cobas e Priorità alla scuola chiedono poi che la quota parte del Recovery Fund destinata alla scuola sia impiegata per l’abolizione delle classi pollaio, l’assunzione di personale, la stabilizzazione dei precari e l’adeguamento degli spazi. E che la spesa pubblica annua per la scuola arrivi “almeno ai livelli della media europea”, pari cioè al 5% del Pil.

(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)

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