ROMA – Sciopera il mondo della scuola con sindacati, insegnanti, personale in piazza per il rinnovo del contratto, scaduto da oltre tre anni, e contro il decreto del governo sugli investimenti del Pnrr.
In 7000, secondo gli organizzatori, si riuniscono in Piazza Santi Apostoli, a Roma, per dire no al decreto 36, “che mette le mani su formazione, valutazione e reclutamento, in un attacco alla scuola pubblica”, dice chi protesta, tra cui ci sono tanti precari.
Il sindacato critica le scelte del governo che “ancora una volta agisce bypassando il confronto” e alla manifestazione di Roma c’è anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che afferma senza mezzi termini: “Quando un governo fa un decreto, lo fa perché non vuole discutere con nessuno”, e aggiunge: “Credo che questo sia un gravissimo errore, non solo una limitazione della democrazia, perché i cambiamenti della scuola li devi fare assieme alle persone che nella scuola ci vivono e ci lavorano e non contro di loro. Diventa un elemento di supponenza, di chi crede di sapere senza bisogno di confrontarsi”.
La risposta del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, arriva a stretto giro con rassicurazioni che partono proprio dal fronte economico: “Non è in atto nessuno smantellamento della scuola pubblica” evidenzia Bianchi, intervistato a Sky tg24. “Non c’è intenzione di fare tagli, ma al contrario, nonostante la riduzione dei bambini, manteniamo le risorse nella scuola”. E sul fronte investimenti prosegue: “Con il Pnrr 17,5 miliardi arriveranno alla scuola, queste cifre non si sono mai viste”.
La critica dei sindacati è netta: “Erano previsti tavoli di confronto che non c’è stato”, si legge nella nota unitaria Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Rua, Snals e Gilda, che chiedono lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale, l’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del contratto, più risorse e una riduzione del numero di alunni per classe, oltre a modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione dell’organico di fatto, che superino il precariato esistente a partire da chi ha tre o più anni di servizio.
Tutto lascia pensare che, terminata l’emergenza Covid, si vada, sul fronte scuola, verso a una nuova stagione calda.
Di Alessandra Lemme