ROMA – Il caso relativo alla nave Sea Watch 3 sta per chiudersi. Da un lato le condizioni ‘umanitarie’ dichiarate dal comandante dell’imbarcazione che spera di poter sbarcare a breve sulle coste siciliane. Dall’altro gli scontri e le polemiche, continue, all’interno del governo gialloverde. Poi la svolta: sequestro della Guardia di finanza e migranti che potranno scendere.
Salvini: “No allo sbarco della Sea Watch 3”
Matteo Salvini ha infatti sottolineato a più riprese che i porti italiani sono chiusi, dichiarazione che ha trovato la risposta secca e contraria prima di Luigi Di Maio poi del premier Giuseppe Conte. Sono 18 i migranti tra donne e malati ai quali l’Italia ha concesso lo sbarco. Ne restano ancora 47 ma per loro la situazione è decisamente diversa: “Finché io sono ministro dell’Interno – ha detto il vicepremier Salvini – quella nave in un porto italiano non entra”. Il comandante della ong tedesca aveva chiesto la revoca del divieto di sbarco per ragioni umanitarie ma la risposta di Salvini è stata quella di sempre. E allora ecco la nave che continua a girovagare sperando in un cambio rotta (questa volta del governo) nonostante le premesse siano tutt’altro che positive. “Non c’è presidente del Consiglio o ministro cinquestelle che tenga – ha detto Salvini – in Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano più”. “Abbiamo fatto sbarcare malati e bambini – ha proseguito – ma resta il divieto assoluto alla Sea Watch 3 di entrare nelle nostre acque territoriali. Non cambiamo idea: porti chiusi per chi non rispetta le leggi, mette in pericolo delle vite, minaccia. Una Ong, peraltro straniera, non può decidere chi entra in Italia”. Alla fine la nave entrerà, ma con delle conseguenze.
Le reazioni
Mentre anche Papa Francesco è entrato a gamba tesa sull’argomento, dichiarando che il Mediterraneo sta diventando “un cimitero”, anche il vicepremier Luigi di Maio ha attaccato Salvini: “La sua arroganza – ha detto – ricorda quella di Renzi, di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e non ne sentiamo la mancanza”. E la tensione tra M5S e Lega non fa che aumentare.