ROMA – “In quel momento ho pensato: sei fossi io al suo posto, agirei esattamente come lei. Veniva da giorni di prese in giro e noi stessi ci eravamo spesi e ottenuto impegni da parte del governo: se c’è un accordo, scendono in cinque minuti. Lo stato a bordo era diventato insopportabile, per un atteggiamento del governo che non saprei definire altrimenti: agghiacciante. A freddo ho ripensato a quel momento. E mi sono dato la stessa risposta”. Lo dice Matteo Orfini, deputato Pd ed ex presidente dem in’intervista a LaStampa, tornando sul tempo trascorso a bordo della Sea Watch 3.
“Sicuramente su questi temi c’è sempre stata difficoltà a convincere l’opinione pubblica e per troppo tempo abbiamo rinunciato a farlo. Ma se una parte del Paese continua a dare una risposta sbagliata, non possiamo continuare ad andargli dietro: dobbiamo contrastarla. E per farlo, non bastano i tweet: servono atti concreti. Davanti al sequestro di 42 persone, era nostro dovere intervenire e aiutarli a scendere. Così si inizia una battaglia di opposizione”, aggiunge.
Il prezzo da pagare per una linea umanitaria in questo caso è assecondare una violazione delle leggi. “Ho molti dubbi che ci sia stata una violazione della legge. Davanti ad uno stato di necessità e per portare in sicurezza persone in quello stato, una nave può violare il blocco”, sottolinea.
(LaPresse)