MILANO – “So bene di aver abbattuto un muro che la politica sovranista ha innalzato in mezzo al mare, ma non dite che sono un’eroina. Sono stata forzata a farlo”. Lo dice la comandante di Sea Watch 3, Carola Rackete, in un’intervista esclusiva a ‘Repubblica’. Che sarà pubblicata domani e di cui sul sito si leggono ampi stralci. “Talvolta servono azioni di disobbedienza civile per affermare i diritti umani e portare certe leggi sbagliate al cospetto di un giudice – aggiunge -.
Spero che ciò che ho fatto sia di esempio per la mia generazione. Non dobbiamo stare seduti ad aspettare, non siamo costretti ad accettare tutto nel silenzio e nell’indifferenza. Possiamo alzarci in piedi, possiamo fare qualcosa, usare il cervello e il coraggio. Se ci sono dei problemi, facciamo qualcosa di concreto per risolverli. E’ accaduto a me a bordo della Sea Watch 3, ma lo penso anche per tanti altri problemi della nostra società”, conclude.