Sentenze pilotate, sospesi in tre

Sentenze pilotate, sospesi in tre
Sentenze pilotate, sospesi in tre

CASERTA – Un avvocato avrebbe corrotto un giudice di pace affidando consulenze alla moglie del magistrato, medico dell’Asl di Caserta, retribuite anche in nero. Per questo il gip di Roma ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure interdittive nei confronti del giudice di pace Alberto Di Vico, in servizio a Maddaloni, del medico dell’Asl di Caserta Giovanna Liguori (in passato all’ospedale di San Felice a Cancello, attualmente in forza al servizio 118 e dal 1° luglio, con trasferimento disposto pochi giorni fa, al Centro antidiabetologico di Maddaloni)  e dell’avvocato di Caserta Paolo Miranda con l’accusa di corruzione in atti giudiziari per due distinti episodi. Con la sospensione, l’attività degli uffici giudiziari di Maddaloni si blocca, in quanto Di Vico era l’unico giudice in attività.

Le indagini, svolte dal reparto Gicef della guardia di finanza e coordinate dalla Procura di Roma per competenza, sono partite nel 2020 dalla denuncia del giudice di pace – oggi sottoposto a misura interdittiva – per oltraggio a magistrato in udienza, nei confronti di Miranda, difensore del soggetto danneggiato, spiega una nota della Procura di Roma. “Pervenuti gli atti alla Procura di Roma, e rilevate costanti anomalie nella gestione dei procedimenti, sono state svolte indagini con lo strumento delle intercettazioni telefoniche, che hanno condotto a elaborare l’ipotesi d’accusa, per la quale il Giudice di Pace riceveva come corrispettivo l’affidamento di incarichi di consulenza alla moglie medico, retribuita anche in nero’’ spiega la nota della Procura capitolina. Ci sono inoltre altre persone indagate in questo procedimento: fra di loro un altro avvocato, Carlo Tozzi, attivo nell’area aversana.  

Ieri mattina la sospensione è stata notificata ai tre interessati, che nelle scorse settimane erano stati interrogati. Nel collegio difensivo l’avvocato Mario Corsiero (che annuncia ricorso al tribunale del Riesame contro il provvedimento) e lo studio legale Biffa di Roma. 

Nel 2020 Di Vico passò dagli uffici del giudice di pace di Arienzo a quelli di Maddaloni e da allora sarebbero iniziati gli episodi incriminati e sono partite le indagini (svolte dalla Procura di Roma in quanto vi è coinvolto un magistrato). Alla querela per oltraggio presentata da Di Vico fece seguito quella di Miranda, che contestava l’emanazione di una sentenza irregolare, in quanto il giudice sarebbe stato incompetente per territorio. Un mese fa le perquisizioni in case e uffici delle persone coinvolte: in quella occasione sono stati sequestrati alcuni telefonini e fascicoli del giudice. 

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