Sequestrati beni per 35 milioni di euro ad esponente del clan Rinvizullo

La guardia di finanza di Catania, in collaborazione con le fiamme gialle di Ragusa, hanno eseguito un provvedimento di sequestro

Guardia di Finanza
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

CATANIA (LaPresse) – Sequestrati beni per 35 milioni di euro ad esponente del clan Rinvizullo. La guardia di finanza di Catania, in collaborazione con le fiamme gialle di Ragusa, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di attività commerciali. Ma anche immobili (fabbricati e terreni), beni mobili registrati e disponibilità finanziarie. Per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro. Riconducibili a Emanuele Greco, 59 anni, già rinviato a giudizio per la sua partecipazione, dal 2012 al 2017, alle attività mafiose del clan Rinzivillo. Attivo nelle province di Caltanissetta e Ragusa.

L’imputazione per il delitto di associazione mafiosa deriva dal controllo acquisito da Greco, spiegano gli investigatori, in alleanza criminale con personaggi di spicco del sodalizio mafioso della Stidda (clan Carbonaro- Dominante), del mercato degli imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (Ragusa).

Sequestrati i beni grazie al lavoro della guardia di finanza

Gli approfondimenti sono stati effettuati dalla guardia di finanza. Anche sulla base delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Dell’esame di documentazione bancaria e contabile, delle evidenze di atti pubblici e scritture private. Ma anche delle risultanze emerse a seguito di verifiche fiscali. E, infine, delle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite nell’ambito dell’operazione ‘Ghost trash’ eseguita dalle fiamme gialle di Catania. Che portò, nel dicembre 2017, all’esecuzione di 8 misure restrittive personali e al sequestro di beni per oltre 15 milioni di euro.

Gli accertamenti patrimoniali hanno permesso di tracciare di ricostruire il complesso quadro di imprese da Greco di fatto gestite, individuandone gli asset patrimoniali illecitamente accumulati nonché l’acquisizione di beni privati con risorse finanziarie di provenienza illecita.

Greco non è nuovo alle cronache. Negli anni ’90, con un suo un gruppo armato, era dedito alle rapine presso banche, portavalori e gioiellerie. Negli anni Duemila, la sua partecipazione all’associazione mafiosa – peraltro messa in evidenza da più collaboratori di giustizia – si manifestava, sottolinea la finanza, “attraverso le nuove vesti di amministratore di realtà imprenditoriali”, spartendosi il business degli imballaggi del mercato di Vittoria (Ragusa) stringendo affari con altri malavitosi.

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