Sequestrati due quintali di droga. In 2 bloccati a Sant’Anastasia con 109 chili di ‘erba’

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Marijuana a Sant'Anastasia

SANT’ANASTASIA – Dove il sole filtra tra i vigneti, si nascondeva un cuore nero pulsante. I carabinieri hanno squarciato il velo di silenzio su un’attività criminale di proporzioni spaventose, culminata nell’arresto di due uomini e nel sequestro di un carico di droga che riscrive i record locali: 109 chilogrammi di marijuana pronti per inondare il mercato illecito. I carabinieri da tempo tenevano d’occhio movimenti sospetti attorno a un appezza- mento di terra. Un’operazione chirurgica, silenziosa, che ha rotto l’omertà di un pomeriggio trasformando un anonimo fondo agricolo in una scena di crimine ad alta tensione. All’interno di quel terreno, di proprietà del 54enne Carmine Cozzolino, i militari hanno trovato i due indagati, entrambi volti già noti: il proprietario, Cozzolino, e Michele Stefanile, 34 anni. I due non erano semplicemente di passaggio; erano alacremente impegnati a preparare il veleno. L’aria era satura dell’odore acre della canapa, e i loro gesti erano precisi, quasi meccanici: tagliavano, pesavano e confezionavano la sostanza stupefacente, trasformando la materia prima in dosi destinate alle strade.

La scena scoperta dagli investigatori dell’Arma è stata impressionante: una vera e propria catena di montaggio della droga, con tavoli ingombri di materiale da taglio e bilance di precisione. E, tutt’intorno, ammassati come sacchi di merce, i 109 chilogrammi di marijuana. Un carico di dimensioni così vaste da non lasciare dubbi sulla sua destinazione: non il consumo personale, ma l’alimentazione su larga scala della piaga dello spaccio nel Napoletano. Quando i militari hanno fatto irruzione, rompendo la concentrazione febbrile dei due, è scattato il panico. Cozzolino e Stefanile hanno tentato una disperata, quanto inutile, manovra di fuga. Un gesto di codardia e istinto, immediatamente stroncato dalla prontezza degli uomini dell’Arma. Intrappolati, hanno dovuto arrendersi al peso schiacciante delle prove. Ma lo sconcerto della scoperta non si è limitato alla montagna di droga.

Scavando nella fortezza improvvisata, i carabinieri hanno messo le mani sull’inventario completo di un’attività criminale di alto livello. Oltre al materiale per il confezionamento delle dosi – prova inequivocabile dello spaccio – e ai 1.500 euro in contanti – forse il fondo cassa o l’incasso di una giornata è emerso l’elemento più inquietante: un fucile con matricola abrasa, completo di munizioni. Per Carmine Cozzolino e Michele Stefanile, la giornata si è conclusa con l’accusa pesante di detenzione a fini di spaccio e detenzione illecita di armi e munizioni. La catena di montaggio è stata smantellata, il carico sequestrato e i due uomini sono stati condotti in carcere, in attesa del giudizio

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