Sequestrato il tesoro del boss Di Caterino a San Cipriano e Casal di Principe: bunker scoperto…

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Il boss Massimo Di Caterino e il bunker scoperto

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Sigilli ai beni riconducibili al boss Massimo Di Caterino. E mentre gli agenti della Questura di Caserta, ieri, eseguivano il decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione, è saltato fuori anche un bunker. Di Caterino, detto ’o Pistuolo, è già stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa ed è ritenuto uno dei più fidati uomini del boss Michele Zagaria, di Casapesenna. Il provvedimento di sequestro, proposto dal questore di Caserta Andrea Grassi, rientra nella più ampia strategia di contrasto all’accumulo e al riciclaggio dei patrimoni illeciti nella provincia.

Le indagini patrimoniali, condotte dalla Divisione anti- crimine di Caserta con il supporto del Servizio centrale anticrimine, hanno permesso di accertare una netta sproporzione tra i beni intestati a Di Caterino e ai suoi familiari e i redditi dichiarati. Il Tribunale ha quindi disposto il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca – di immobili, autovetture e conti correnti per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro. L’operazione si è svolta nei comuni di San Cipriano d’A- versa e Casal di Principe, dove gli investigatori hanno scoperto, in una delle abitazioni perquisite, una stanza segreta adibita a bunker, nascosta all’interno di una villetta a due piani dotata di un complesso sistema di video-sorveglianza.

Il nome di Di Caterino è noto da tempo alle cronache giudiziarie: fu arrestato nell’ottobre 2012 dagli agenti della Squadra mobile di Caserta,
con il coordinamento della Dda di Napoli. Latitante dal marzo 2010, era considera- to l’ultimo grande ricercato del clan Zagaria. Fu catturato in una casa della frazione Sant’Andrea del Pizzone di Francolise, dove viveva da tempo nascosto con la consorte. L’abitazione, dotata di telecamere esterne, disturbatori di frequenze e un sofisticato impianto di sicurezza, custodiva un bunker ricavato nella cabina doccia, un rilevatore di microspie, una pistola calibro 7,65 e 10mila euro in contanti.

A distanza di tredici anni, l’attività della polizia di Stato chiude un nuovo cerchio: il sequestro dei beni ricostruisce, pezzo dopo pezzo, la rete economica che avebbe sostenuto uno dei luogotenenti dei Casalesi. Ad assistere Di Caterino è l’avvocato Pasquale Davide De Marco. Il provvedimento sarà esaminato dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere il prossimo dicembre.

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