MILANO – Il Toro vince ancora e si riconcilia con il suo pubblico, riaffacciandosi alle porte dell’Europa con il secondo successo di fila, il terzo nelle ultime quattro partite, che dà un nuovo senso alla stagione granata. Il tutto senza il proprio giocatore simbolo, il capitano Andrea Belotti.
Il Torino archivia la pratica
Il 2-1 dell’Olimpico-Grande Torino fa invece sprofondare nel baratro la Fiorentina di Montella, al quarto stop di fila nonostante l’arrembante finale, che aumenta il rammarico per un approccio alla gara troppo soft. Il rientro di Chiesa e il passaggio del turno in settimana in Coppa Italia non sono bastati per invertire la rotta in casa viola: i toscani sono in caduta libera e la posizione dell’Aeroplanino torna fortemente in bilico. La zona retrocessione resta lontana, ma non troppo. E in questo momento Pezzella (vicino al rientro) e compagni devono più guardarsi le spalle che sognare obiettivi più ambiziosi ormai quasi irraggiungibili.
Pressing dei granata
Mazzarri dovendo fare ancora a meno del proprio ariete rispolvera Zaza – con Berenguer e Verdi alle sue spalle nelle vesti di rifinitori – dopo le belle parole d’elogio in conferenza. E l’ex centravanti di Valencia e Juventus lo ripaga nel migliore dei modi, con la rete che sblocca lo stallo del primo tempo. Dopo averci già provato un paio di volte nei primi venti minuti il numero 11 granata trova il varco giusto al 22′, quando di testa in tuffo dal cuore dell’area di rigore capitalizza l’ottima iniziativa di Ansaldi sulla sinistra.
La ripresa
Il Toro fa buona guardia nel primo tempo ma nella ripresa scende in campo tutta un’altra Fiorentina. E non solo per il cambio Sottil-Ghezzal che da più vivacità e frizzantezza all’attacco degli ospiti. Tocca così a Sirigu salire in cattedra e proteggere il vantaggio conquistato dai compagni. Il portiere sardo osserva la sfera uscire di un soffio sul colpo di testa di Vlahovic, poi viene chiamato in causa sul tentativo da distanza ravvicinata di Chiesa e su quello di Sottil.
Aumentano i rimpianti in casa viola
Nel momento di maggiore pressione viola però i padroni di casa trovano il raddoppio. Lo confeziona Ansaldi, il migliore in campo, al termine di una azione personale che culmina con il rasoterra dal limite dell’area che beffa Dragowski. La Fiorentina però ha il merito di non arrendersi e nel finale torna in gioco con merito: Sottil si divora un gol fatto da due passi, mancando l’intervento sul pallone, poi è Bremer in scivolata a murare il diagonale di Pedro, entrato per Vlahovic. Il 2-1 arriva comunque nel recupero con Caceres, che in spaccata converte in rete il cross dello scatenato Chiesa. Ma per rimettere in piedi la partita, nonostante il forcing finale, è troppo tardi. E i rimpianti in casa viola aumentano.
(LaPresse/di Alberto Zanello)