TORINO – La Juve respira, Pirlo puntella la sua panchina traballante e la Joya ritrova il sorriso. Lo spareggio Champions sorride ai padroni di casa, che piegano 2-1 il Napoli e si rilanciano dopo un periodo buio. La partita più attesa della stagione, rinviata dopo la mancata partenza del Napoli per Torino il 4 ottobre scorso per le positività di Elmas e Zielinski, dà una scossa alla primavera dei bianconeri, che balzano al terzo posto, scavalcando l’Atalanta e portandosi a ridosso del Milan.
La zampata di Ronaldo e un gioiello di Dybala, al rientro dopo uno stop di quasi tre mesi, regalano tre punti d’oro alla Vecchia Signora, che si rialza in una partita chiave e interrompe la striscia positiva della banda di Gattuso, che esce battuta dallo Stadium ma non ridimensionata. La corsa Champions è lunga e non finisce nella fredda serata torinese. Gattuso rivoluziona il Napoli cambiando i due centrali difensivi (Rrhamani e Koulibaly per Manolas e Maksimovic) e l’attacco, dove Lozano torna in campo dal 1′ completando il tridente con Mertens e Insigne.
Anche Pirlo cambia qualcosa, avanzando Cuadrado sulla linea dei centrocampisti e inserendo Alex Sandro a proteggere la difesa con de Ligt, Chiellini e Danilo. La sorpresa però è tra i pali, dove Buffon contrariamente ai pronostici prende il posto di Szczesny, sottotono nel derby. La posta in palio è alta ma le due squadre giocano da subito senza il freno a mano tirato.
Ronaldo si divora subito il vantaggio di testa dopo una azione confezionata sulla destra dal duo sudamericano Cuadrado-Danilo, dalla parte opposta Zielinski spara alle stelle di prima non capitalizzando la bella incursione di Lozano. Come nel derby la Juve si affida alle iniziative del vivacissimo Chiesa e al fiuto del gol di CR7, e non a caso al 13′ è già avanti: l’ex Fiorentina mette in imbarazzo Insigne e Hysaj, il portoghese raccoglie il cross e insacca da centravanti vero.
Diversamente dal match con il Toro però tutta la Juve è più viva, pur senza impressionare più di tanto dal punto di vista tecnico. Il centrocampo fa filtro, la difesa controlla agevolmente i folletti del Napoli, con l’eccezione di un sontuoso Zielinski. Cuadrado dopo una serpentina in area calcia debolmente, dalla parte opposta l’opportunità migliore la costruisce Insigne con un tiro dei suoi a scendere che termina di poco alto sopra la traversa.
Nella ripresa il Napoli torna in campo con le idee più chiare e sembra più reattivo sulle seconde palle, anche perché l’ingresso di Osimhen dà quella profondità mancata nei primi 45 minuti. La Juve si ricompatta e si rende pericolosa soprattutto in contropiede, sprecando con Chiesa di testa e con Cuadrado in corsa. Gli ospiti alzano il baricentro, Buffon è costretto agli straordinari su Di Lorenzo prima e su Insigne poi.
La sensazione che l’1-0 sia provvisorio è viva e infatti al 28′ arriva un altro gol. A firmarlo è l’uomo più atteso, Paulo Dybala – entrato poco prima – che con una gemma delle sue firma il raddoppio che mette in ghiaccio la partita, la panchina di Pirlo e forse la stagione della Juve. Perché il rigore di Insigne a tempo scaduto arriva troppo tardi per rovinare la festa bianconera.(LaPresse)