MILANO – Basta un gol del solito Romelu Lukaku all’Inter per espugnare il Dall’Ara di Bologna, nel posticipo della 29/a giornata di Serie A, e volare a +8 in classifica sul Milan con una gara da recuperare. Vincendo mercoledì contro il Sassuolo, i nerazzurri di Antonio Conte si porterebbero a +11 chiudendo di fatto il discorso Scudetto a nove giornate dalla fine. Per Lukaku è il centro numero 20 in campionato, a conferma di una stagione straordinaria.
Inter come sempre cinica, capace di capitalizzare al meglio il lavoro del suo totem offensivo per poi difendersi con ordine concedendo solo le briciole agli avversari. Le otto vittorie consecutive sono il segno di una squadra ormai lanciata a tutta velocità verso uno Scudetto meritato, merito di un Conte capace di tenere il gruppo sempre sul pezzo nonostante le ‘turbolenze’ per le vicende societarie legate al futuro della proprietà Suning.
Il Bologna esce comunque a testa, con una prova di coraggio e personalità anche se è mancato il guizzo in attacco per poter impensierire effettivamente la corazzata nerazzurra. Nell’Inter, Conte recupera Handanovic, ma lascia a riposo de Vrij, entrambi reduci dal Covid. In difesa gioca così Ranocchia al fianco di Skriniar e Bastoni. Sulle fasce spazio ad Hakimi e Young, con Barella, Eriksen e Brozovic in mezzo. In avanti la coppia Lukaku-Lautaro.
Nel Bologna, Mihajlovic è privo di Skorupski fermato dal Covid e in porta schiera il giovane Ravaglia. Al posto dello squalificato Palacio c’è Skov Olsen, preferito ad Orsolini, nel trio con Sansone e Soriano alle spalle dell’unica punta Barrow. Bologna subito molto aggressivo, con l’Inter che come sempre si difende bassa per poi innescare Lukaku e Lautaro in contropiede. Nei primi venti minuti nerazzurri pericolosi con un sinistro dal limite centrale del belga e con una punizione dalla distanza di Eriksen di poco fuori.
La replica rossoblù, prima con un destro dal limite di Sansone con palla sopra la traversa e poi con un cross insidioso di Skov Olsen dalla destra che Handanovic blocca con qualche difficoltà. Alla prima vera occasione, però, l’Inter passa alla mezzora con Lukaku. Il belga prima impegna Ravaglia di testa, su cross di Young da sinistra, poi sulla respinta deposita la palla in rete da due passi.
Dopo un paio di minuti i nerazzurri sfiorano anche il raddoppio con un colpo di testa di Ranocchia, su angolo, di poco a lato. Il Bologna prova ad alzare il baricentro, ma così finisce per concedere spazi alle ripartenze dell’Inter pericolosa ancora con Lautaro e poi con Barella dalla distanza. Nel finale di tempo si rivede il Bologna, con un destro dal limite di Schouten deviato in angolo da Handanovic.
Anche nel secondo tempo è il Bologna a partire meglio, la squadra di Mihajlovic è subito aggressiva e sfiora il pareggio con un destro da centro area di Sansone di poco alto. L’Inter però quando attacca è micidiale, Lautaro al primo pallone toccato della ripresa colpisce un palo clamoroso dal limite dell’area. La risposta rossoblù con un tirocross rasoterra di Barrow, con palla di poco a lato. Dopo un’ora termina la partita di Eriksen, al suo posto dentro Gagliardini.
Il danese anche senza brillare è stato però protagonista di una gara di sacrificio e tatticamente attenta. Il Bologna insiste e si rende ancora pericolosa con una girata da centro area di Sansone, sventa Handanovic. Clamorosa poi l’occasione fallita dal neo entrato Svanberg, che liberato da un rimpallo, calcia alle stelle solo davanti ad Handanovic. A dieci dalla fine, Mihajlovic si gioca il tutto per tutto inserendo Orsolini per Skov Olsen e il giovane Juwara per Dijks per uno schieramento ultra offensivo.
La squadra di Conte, però, si difende con grande attenzione anche con gli attaccati come il neo entrato Sanchez. A conferma dello spirito di sacrificio, Brozovic e Bastoni non ci pensano due volte a farsi ammonire da diffidati pur di fermare due ripartenze pericolose degli avversari. Il Bologna con coraggio ci prova fino alla fine, ma senza riuscire a scalfire il muro eretto dai nerazzurri dinanzi alla porta difesa da Handanovic. Game over. (LaPresse)