MILANO – Il Milan non molla la presa sulla Champions League. I rossoneri rispondono all’Atalanta, vittoriosa nel pomeriggio contro il Genoa, battendo di misura la Fiorentina con una capocciata di Calhanoglu e restando in scia alla Dea, avanti tre punti. Il Diavolo, adesso a una sola lunghezza dall’Inter, attualmente quarta in vista del posticipo di lunedì con il Chievo, non ha brillato particolarmente ma è riuscito a resistere nella ripresa al ritorno dei viola, in crisi nera e pesantemente contestati dal ‘Franchi’ al fischio finale.
A Vincenzo Montella non riesce lo scherzetto da ex
I toscani anzi incassano la quarta sconfitta di fila in campionato (la quinta considerando anche la Coppa Italia) e non sembrano arrestare la loro caduta libera. Il Milan approfitta dell’opaco primo tempo dei padroni di casa e continua a sperare nel quarto posto. Non sarà facile, perché il destino dei rossoneri è nelle mani, o meglio nei piedi, dei ragazzi di Gasperini, ma il sogno Champions resta vivo dopo la trasferta di Firenze.
Nonostante lo screzio con il Bologna Gattuso si affida aBakayoko in mezzo al campo – complice lo stop di Biglia – affiancato da Kessie e Calhanoglu. Confermato in attacco il tridente offensivo composto da Suso, Piatek e Borini. Dalla parte opposta modulo speculare per Montella, che punta su Mirallas, Muriel e Chiesa davanti. Senza Veretout, squalificato, c’è Fernandes in cabina di regia, con Dabo e Benassi a supporto.
La prima occasione è di marca viola, grazie a uno spunto di Muriel disinnescato da Donnarumma, ma alla distanza sono gli ospiti a uscire. Il Milan poco a poco inizia a vincere contrasti, prendere il controllo del centrocampo e fiducia nei duelli individuali. E, inevitabilmente, a collezionare occasioni. Al 20′ da un break di Kessi il Diavolo sfonda sulla destra, ma Suso dal cuore dell’area di rigore colpisce troppo centralmente. Decisamente più complicato l’intervento con cui Lafont smanaccia sulla conclusione velenosa di Calhanoglu.
La Fiorentina però è svuotata, con poche idee, abbandonata anche dalla Fiesole in aperta contestazione. E, altrettanto inevitabilmente, al 35′ capitola. Suso disegna un cross dei suoi sulla destra, Calhanoglu è sulla traiettoria e accarezza quanto basta di testa per battere il portiere. Per riscontrare una reazione da parte dei padroni di casa bisogna attendere la ripresa, quando il cuore del tifo viola fa il suo ingresso allo stadio. Chiesa inventa al 7′ facendo venire il mal di testa a Bakayoko prima di scagliare un bolide verso la porta di poco alto sopra la traversa. Poco dopo tocca a Mirallas, scappato in velocità su invito di Chiesa e bravo a eludere Rodriguez, costringere di nuovo Donnarumma all’intervento. Il Milan, dopo aver condotto senza troppe difficoltà nel primo tempo, appare spaesato e quasi sorpreso dalla reazione dei viola.
Dopo il goffo tentativo di autogol di Kessie, che esalta – se mai servisse – i riflessi di Donnarumma, la spinta dei toscani però finisce con esaurirsi sul più bello. E neanche i cambi di Montella, da Gerson a Vlahovic (il più positivo) fino a Norgaard, riescono a dare la scossa a Chiesa, l’ultimo ad arrendersi, e compagni. Il Diavolo gestisce, manca il colpo del ko con il neoentrato Cutrone, che angola troppo solo davanti a Lafont spedendo la sfera a lato, ma alla fine, pur senza brillare, porta a casa i tre punti. Che servono a tenere il passo dell’Atalanta, blindare un posto in Europa League e continuare ad alimentare il sogno Champions.
(LaPresse)