MILANO – L’effetto Ibra prosegue. Ma più che altro a trarne beneficio sono i suoi compagni. Dopo la doppietta contro l’Udinese Ante Rebic è ancora una volta decisivo nel successo del Milan sul Brescia. Entrato nella ripresa, l’attaccante croato risolve la contesa in mischia regalando tre punti d’oro al Diavolo contro un Brescia troppo sprecone. Dietro all’1-0 del ‘Rigamonti’ infatti ci sono soprattutto le parate di Donnarumma, determinante nel tenere a galla i suoi nel momento più difficile.
La prestazione non può soddisfare del tutto Stefano Pioli ma intanto la classifica comincia a sorridere: con il terzo successo di fila in campionato (il quarto contando anche la Coppa Italia) il Milan balza al sesto posto, in zona Europa League, aspettando i risultati delle altre. Parlare di rinascita è forse ancora eccessivo, ma la risalita del Diavolo in questo 2020 è sotto gli occhi di tutti. Le rondinelle invece non danno continuità al pareggio con il Cagliari nonostante una prova incoraggiante e a tratti arrembante.
La classifica resta deficitaria – la squadra di Eugenio Corini è penultima con 15 punti – ma le possibilità di uscire dalle sabbie mobili della retrocessione ci sono tutte. Pioli visto il buon momento conferma per dieci undicesimi la squadra capace di battere in rimonta l’Udinese. L’unica eccezione è Calhanoglu, che torna a disposizione e prende il posto sull’out sinistro di Bonaventura. Dalla parte opposta Corini deve fare a meno di Balotelli, squalificato. Tocca così ad Ayè, preferito a Donnarumma, far coppia in attacco con Torregrossa.
Il Diavolo parte forte, creando tre buone occasioni con i suoi centrocampisti: ma né Kessiè né Calhanoglu né Bennacer riescono a centrare il bersaglio. Tocca così a Ibrahimovic scaldare i guantoni di Joronen con un colpo di testa non forte ma angolato. Con il passare dei minuti però i padroni di casa trovano le contromisure e prendono in mano il pallino del gioco. Poco dopo la mezzora Torregrossa sugli sviluppi di un corner manda a lato di un soffio, un minuto dopo è strepitoso Donnarumma nel respingere la zuccata di Ayé su cross di Sabelli, libero di avanzare dopo una brutta palla persa di Theo Hernandez.
Le ‘rondinelle’ prendono coraggio di minuto in minuto ma al 40′ peccano di ‘ubris’: il Brescia si fa trovare scoperto sull’incursione di Theo, che tocca in mezzo per Ibra che incredibilmente da due passi manda a lato. Lo svedese è incredulo, Joronen ringrazia. L’errore dell’ex Inter e Juve rischia di costare caro agli ospiti nella ripresa, perché le rondinelle confermano i segnali di risveglio dopo i primi venti minuti di gioco e mettono alle corde il Milan: merito di un Tonali che detta legge in mezzo al campo e di un Torregrossa che da solo a quasi impegna l’intera retroguardia rossonera.
L’attaccante con una mezza sforbiciata sulla torre di Aye manda a lato di un niente, poi calcia in rete – dopo un miracolo di piede di Donnarumma sul diagonale di Sabelli – deviando la conclusione di Tonali. L’arbitro però annulla per fuorigioco. Il duello tra Torregrossa e Donnarumma prosegue, a cavallo tra il 14′ e il 15′, ma ad uscirne vincitore è ancora il portiere rossonero, che salva ancora una volta la sua squadra.
Il Milan è in difficoltà ma dimostra di saper soffrire. E di essere cinico al momento opportuno. Al 26′ Calhanoglu, che poco prima aveva sfiorato il vantaggio con una conclusione delle sue, pesca in profondità Ibrahimovic, che crossa forte in mezzo in area. Chancellor rinvia maldestramente sui piedi di Rebic, buttato disperatamente nella mischia da Pioli al posto di Leao, che in mischia non sbaglia.
Nonostante il gol preso il Brescia ha ancora la forza per reagire, sprecando il punto dell’1-1 con Ndoj, che calcia a rimorchio da posizione favorevole ma trova la risposta del solito Donnarumma. Nel finale Castillejo segna (ma il gol vienne annullato per fuorigioco di Ibra), poco dopo Theo centra la traversa con una azione personale prolungando così la sofferenza dei rossoneri fino al triplice fischio. Anche se il risultato non cambia più. E la classifica finalmente torna a sorridere per il Diavolo. (LaPresse)