NAPOLI – Un’altra cascata di fango è in arrivo, per la città più bella del mondo. Napoli, infatti, si prepara a fare da set alla nuova serie tv “Gomorra – Le Origini”, basata sul romanzo di Roberto Saviano, edito dalla Arnoldo Mondadori Editore della famiglia del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Un romanzo già macchiato dalla condanna definitiva per plagio di articoli pubblicati da Cronache di Napoli e di Caserta. E macchiato anche dalle note vicende della società editrice di Segrate, acquisita dalla famiglia Berlusconi grazie alla corruzione di un giudice della Corte di Appello di Milano. Ma anche la fiction e il film tratti dal romanzo sono nati sotto una cattiva stella, considerato che nel film hanno recitato ben due boss della camorra di Casal di Principe e che numerosi attori della fiction sono finiti nei guai con la giustizia per gravi reati.
I residenti di Napoli non hanno accolto certo con gioia la notizia dell’inizio delle riprese per la nuova serie, prodotto commerciale destinato a portare un bel po’ di quattrini nelle tasche di Saviano e di Marina Berlusconi, presidente della Mondadori. A quanto pare, infatti, a breve verranno aperti i casting per la selezione di nuovi attori “presi dalla strada”. Facile immaginarsi che più si porta alle selezioni una faccia da criminale, un atteggiamento spavaldo, spregiudicato e violento, maggiore è la possibilità di venire presi come attori.
Non sarebbero certo stati selezionati per il ruolo di baby criminali ragazzi come Giovambattista Cutolo, Francesco Pio Maimone o Santo Romano, vittime della violenza dei loro coetanei perduti.
Insomma, in cittùà è scattata la rivolta contro il “cattivo maestro” Roberto Saviano e contro la fiction. La contestazione, guidata da alcuni residenti e commercianti locali, evidenzia un crescente malcontento verso produzioni che, secondo i manifestanti, danneggiano l’immagine della città partenopea.
La protesta
e gli striscioni
All’ingresso dei Quartieri Spagnoli sono comparsi due striscioni eloquenti: “Ciak si gira, sempre Napoli di mira” e “Speculative riprese, imperdonabili offese”. A guidare la protesta è Ciro Bossis, gestore della pagina Facebook “Figli del sud Popolo sovrano”, che ha pubblicato un video in cui alcuni residenti esprimono il loro disappunto per le riprese.
“Noi qua non vi vogliamo, ci abbiamo impiegato tanti anni per portare un po’ di cultura in questa zona. Andatevene”, afferma Bossis nel video. “I casting sono ammessi per i ragazzi dai 15 ai 18 anni. Ma i ragazzi devono andare a scuola, non fare i casting per ‘Gomorra’. Caro Saviano vai a guadagnare i tuoi soldi da un’altra parte”.
Le preoccupazioni dei residenti
I manifestanti sostengono che la serie televisiva offra una rappresentazione distorta della realtà napoletana, concentrandosi esclusivamente sugli aspetti legati alla criminalità organizzata. “Ci abbiamo messo 30 anni per portare un poco di turismo nel nostro quartiere”, dichiara un residente, evidenziando il timore che queste produzioni possano vanificare gli sforzi fatti per migliorare l’immagine del quartiere.
Il sostegno dell’associazione Neoborbonica
L’iniziativa ha ricevuto l’appoggio dell’associazione culturale Neoborbonica, che ha chiesto al sindaco Gaetano Manfredi di non rilasciare i permessi per le riprese. Il presidente dell’associazione, Gennaro De Crescenzo, ha dichiarato: “Ancora una volta, la nostra città viene sfruttata come set per una narrazione che continua a danneggiarne l’immagine, alimentando stereotipi pericolosi e restituendo al mondo una visione distorta della realtà napoletana”.
De Crescenzo ha anche sottolineato come questa rappresentazione negativa possa avere conseguenze concrete: “Questa narrazione, oltre a essere offensiva per la nostra storia e per chi ogni giorno lavora onestamente, ha conseguenze reali: allontana investitori, danneggia il turismo e soprattutto rischia di condizionare intere generazioni, spingendo i più giovani a identificarsi con modelli sbagliati”.
Un dibattito
più ampio
La protesta contro le riprese di “Gomorra – Le origini” si inserisce in un dibattito più ampio sul modo in cui Napoli viene rappresentata nei media e nell’industria dell’intrattenimento. Da un lato, produzioni come “Gomorra” hanno ottenuto un successo internazionale e hanno portato attenzione sulla città; dall’altro, molti napoletani temono che queste narrazioni possano perpetuare stereotipi negativi e offrire modelli discutibili ai giovani.
Le riprese del prequel erano già state effettuate in altre zone della città, come San Giovanni a Teduccio e Torre Annunziata, prima di approdare nei Quartieri Spagnoli, dove hanno incontrato questa significativa resistenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Così si blocca lo sviluppo della città”
NAPOLI – Emilio Caserta, un giovane giornalista napoletano e animatore del sito web di informazione L’identitario, ha voluto unirsi alle proteste dei residenti dei Quartieri Spagnoli in un video diffuso su Facebook: “A Napoli è tornata Gomorra, una nuova serie, stavolta girata negli anni 70. Le scene continuano a essere girate in città, a San Giovanni, nelle periferie, ma anche al centro storico, ai quartieri Spagnoli. Si dice che siano aperti i casting per i ragazzini dai 15-17 anni.
Ai Quartieri Spagnoli stanno cominciando a ribellarsi perché hanno investito molto, negli ultimi anni, in turismo, in lavoro. Vogliono che i ragazzi giochino e vadano a scuola, che magari trovino un lavoro proprio ai Quartieri Spagnoli.
Sporcare l’immagine della città è un modo per bloccare lo sviluppo economico di questa parte della città. Grazie al turismo, grazie alla cultura, grazie alla rivoluzione culturale si sta cominciando finalmente a respirare a Napoli. Cominciamo ad averne un po’ le scatole piene. Dopo Gomorra la serie, il libro, il film, dopo Ciro l’immortale, adesso Gomorra è tornata negli anni 70 per rappresentare le origini della camorra. Basta.
In questo momento bisogna investire in cultura, istruzione e soprattutto storia. Riscoprire la vera storia di Napoli, la grande storia di Napoli. Sarebbe molto meglio rispetto a continuare a infangare l’immagine della città.
I Quartieri Spagnoli quelli sono stanchi e vogliono farsi baluardo di una rivoluzione culturale, contro la cultura camorristica che ci vuole sugli schermi di tutto il mondo e che vuole dipingere Napoli solo come la città della criminalità”.
La protesta divampa nelle parole dei residenti. Come Max Grillo, che affida il suo sfogo ai social, sulla pagina Facebook de l’Identitario: “Si vocifera che per la serie Tv Gomorra vogliano venire a fare riprese ai Quartieri Spagnoli. Andatevene. Noi dei Quartieri Spagnoli non vogliamo questa pubblicità. Ai casting si ammettono ragazzi dai 15 a 17 anni. Noi vogliamo che i ragazzi dei Quartieri Spagnoli vadano a scuola a studiare, a imparare a lavorare. Noi la serie TV Gomorra non la vogliamo”.
Gli fa eco Lino Romano: “Ci abbiamo messo 30 anni per portare un po’ di turismo ai Quartieri Spagnoli con l’aiuto del popolino. I quartieri spagnoli non hanno bisogno di un’altra Gomorra. Caro Saviano, i soldi valli a guadagnare da un’altra parte. Noi non vogliamo la fiction. E faccio un appello a tutte le mamme di Napoli, perché si ribellino a questa maledetta cultura cammorristica. A noi non serve. Non venite a fare le riprese ai Quartieri Spagnoli perché il popolo dei Quartieri scenderà a protestare pacificamente e democraticamente. Saviano, vai a guadagnare i tuoi soldi da un’altra parte”.
Anche Renato dice la sua con un video sui social: “Questi film, queste fiction, come Gomorra, non fanno che infangarci. Da quando hanno cominciato a trasmettere film e fiction circolano solo bugie e viene nascosta la verità, soprattutto su aree come Secondigliano. Noi non vogliamo questo tipo di pubblicità. Vogliamo che finalmente vengano realizzati film sulle persone che hanno fatto la storia a Napoli, che hanno fatto del bene a Napoli. Basta dare voce solo a chi ci sputtana”.
Anche Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia ha espresso pieno sostegno alle proteste dei residenti dei Quartieri Spagnoli contro le riprese della serie televisiva “Gomorra”, dichiarando che la produzione continua a rappresentare Napoli e i suoi quartieri popolari in modo negativo e stereotipato.
“Il nostro impegno è sempre stato volto a promuovere una rappresentazione autentica e rispettosa della città, delle sue tradizioni, della sua cultura e delle sue straordinarie potenzialità”, si legge nella nota diffusa oggi dal partito.
Secondo Fratelli d’Italia, i Quartieri Spagnoli rappresentano non solo il cuore pulsante della Napoli storica, ma anche un simbolo di resilienza, comunità e speranza per molti giovani e famiglie che lottano quotidianamente per migliorare le proprie condizioni di vita. La rappresentazione di questi quartieri esclusivamente attraverso il prisma della violenza, criminalità e degrado non solo offende i residenti, ma rafforza pregiudizi che ostacolano lo sviluppo sociale ed economico dell’intera città.
“Noi di Fratelli d’Italia siamo convinti che la lotta contro gli stereotipi e le generalizzazioni può essere vinta solo attraverso un cambiamento nella narrazione pubblica e mediatica”, prosegue il comunicato.
Il partito considera le proteste dei cittadini come un segnale importante che richiede attenzione e ascolto da parte delle istituzioni. Secondo FdI, le riprese di “Gomorra” non dovrebbero diventare un pretesto per perpetuare visioni distorte e dannose della città partenopea.
“Sosteniamo con forza l’appello dei cittadini affinché le rappresentazioni di Napoli nei media siano più rispettose e veritiere, perché preferiamo una narrazione che metta in risalto la Napoli che guarda al futuro, capace di affrontare le sfide con dignità e coraggio”, sottolinea la nota.
Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia conclude lanciando una sfida al sindaco di Napoli, chiedendo parole di uguale chiarezza e ricordando “quanto il Governo Meloni sta facendo per determinare un cambio di paradigma nella nostra città”.
La protesta contro le riprese di “Gomorra – Le origini”, prequel della famosa serie tratta dall’opera di Roberto Saviano, ha visto comparire nei giorni scorsi striscioni all’ingresso dei Quartieri Spagnoli con scritte come “Ciak si gira, sempre Napoli di mira” e “Speculative riprese, imperdonabili offese”, con i residenti che lamentano come queste produzioni danneggino l’immagine della città e offrano modelli negativi ai giovani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA