SESSA AURUNCA – Avevano messo in piedi una piazza di spaccio principale nel centro storico della cittĂ e una âsuccursaleâ a Mondragone. E per difendere il loro territorio da altri pusher minacciavano e usavano violenza chi voleva entrare nel giro della vendita di stupefacenti. Otto persone sono state arrestate ieri allâalba dai carabinieri. Una nona persona è stata arrestata nel corso delle perquisizioni in casa degli indagati. Si tratta di Amedeo Di Toro, 28 anni, di Cellole. Eâ stato trovato in possesso presso la sua abitazione, a seguito di una perquisizione domiciliare, di numerose dosi di hashish e marijuana del peso complessivo di grammi 86,7, sequestrate. Nellâabitazione è stata rinvenuta e sequestrata anche la somma contante di euro 14mila e 350 euro ritenuta provento di illecita attivitĂ . Lâarresto del giovane è stato convalidato ieri mattina allâesito dellâudienza; è stato scarcerato con obbligo di firma. Eâ il fratello di Giada Di Toro, 23 anni, di Cellole. La giovane è stata sottoposta ai domiciliari. Coinvolti nel blitz anche il genero e il nipote del boss del clan Esposito, detto dei Muzzoni. Si tratta di Ernesto Simeone, 43 anni, di Sessa Aurunca e di Giuseppe Di Lorenzo, 35 anni, anche lui di Sessa Aurunca. Sono entrambi in carcere. Con loro ad essere stati arrestati sono stati i fratelli Carlo DâAngelo e Luca DâAngelo, di 33 e 29 anni, di Sessa Aurunca; sono entrambi in cella. In carcere anche Giovanni Bevilacqua, 27 anni, di Mondragone. Ai domiciliari invece Oreste Lagnese, 25 anni, originario di Sessa Aurunca ma residente a Mondragone e Alessia Agata Catanzaro, 29 anni, di Catania. Indagato a piede libero invece Biagio Esposito, 35 anni, di Sessa Aurunca. A portare a termine prima le indagini e poi gli arresti sono stati i carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca. Hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, Gabriella Logozzo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 8 persone (5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, contro cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari sono persone sottoposte alle indagini e presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Pusher in centro da oltre due anni
Il provvedimento cautelare costituisce lâepilogo di una complessa e intensa attivitĂ investigativa avviata nel giugno 2020 dai carabinieri dellâAliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sessa Aurunca, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Del sodalizio, dedito al narcotraffico e operante prevalentemente nei territori dei comuni di Sessa Aurunca e Mondragone, ne sono stati disvelati lâorganizzazione, le funzioni e il modus operandi. In particolare, si è accertato come, grazie anche al potere intimidatorio esercitato sul territorio dalle figure di vertice del gruppo, fosse stata creata e gestita, a carattere monopolistico, una piazza di spaccio particolarmente remunerativa negli stretti vicoli del centro storico di Sessa Aurunca. Per le attivitĂ di spaccio, gli indagati si sarebbero avvalsi di una rete organizzativa complessa realizzata per rendersi quanto piĂš possibile immuni dalle indagini, nellâambito della quale le comunicazioni e i movimenti avvenivano, rispettivamente, con un collaudato linguaggio criptico e utenze esclusivamente riservate alle attivitĂ di spaccio nonchĂŠ lâuso di veicoli dedicati. Si è accertato, altresĂŹ, come i vertici dellâassociazione, con violenze e minacce, avrebbero impedito ad altri gruppi criminali di introdursi nella piazza di spaccio e costretto alcuni assuntori ad acquistare lo stupefacente esclusivamente da appartenenti al sodalizio. Sono stati eseguiti numerosi riscontri, arresti in flagranza, denunce di accoliti e documentati oltre mille episodi di spaccio al dettaglio, identificati assuntori segnalati e sequestrate oltre 390 dosi di cocaina, crack, hashish e marijuana nonchĂŠ danaro provento dellâillecita attivitĂ .
La Procura il parente di Di Gaetano a capo della holding
In otto rispondono di associazione a delinquere finalizzato allo spaccio di droga. Una ipotizzata associazione al cui vertice câera secondo la Procura Ernesto Simeone, genero del boss dei Muzzoni Gaetano Di Lorenzo. Sarebbe lui il capo del gruppo. Ma anche agli altri a cui è stata affibbiata lâipotesi di reato di associazione a delinquere sono stati attribuiti dei ruoli. Luca DâAngelo la droga la trasportava dopo averla acquistata da Simeone mentre il fratello Carlo DâAngelo lâavrebbe invece custodita in casa prima di cederla ad altri per rivenderla. Alessia Agata Catanzaro invece insieme a Luca DâAngelo si occupava del trasporto. Giovanni Bevilacqua tra lâaltro avrebbe messo a disposizione la sua attivitĂ commerciale âLa scorpacciataâ come luogo in cui ritrovarsi e detenere la droga. Oreste Lagnese era invece per la Procura uno dei fornitori mentre Giuseppe Di Lorenzo e Giada Di Toro lâavrebbe ceduta sistematicamente ad altri. I reati contestati si sarebbero consumati tra giugno 2020 e marzo dello scorso anno tra Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone e Napoli. Quella portata a termine ieri è la seconda operazione portata a termine dai carabinieri sul territorio contro la droga. Lo scorso mese di ottobre il precedente blitz. Anche in quella caso fu sgominata unâassociazione a delinquere specializzata nello smerciare droga. A far luce sulla presunta gang furono i militari dellâArma della Compagnia di Sessa Aurunca: grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali, a videoriprese e a pedinamenti sono riusciti a tracciare la struttura del gruppo e come si sarebbe mosso. LâattivitĂ investigativa in quel caso era stata avviata nel dicembre 2018. Anche in quel caso la rete di pusher sarebbe stata attiva a Mondragone e a Sessa Aurunca. Il sodalizio, hanno informarono i carabinieri, âera caratterizzato da una complessa organizzazione favorita dallâutilizzo di micro-telefoni dedicati, con utenze fittiziamente intestate ad extracomunitari, di veicoli di una societĂ di noleggio, gestita per conto dellâorganizzazione, e da abitazioni predisposte per il confezionamento dello stupefacente da immettere in commercioâ. Il lavoro dei carabinieri avrebbe anche fatto emergere come gli ipotizzati vertici dellâassociazione, âcon violenze e minacce, hanno costretto alcuni assuntori ad acquistare lo stupefacente esclusivamente dal loro sodalizioâ. A puntellare lâinchiesta contribuirono âarresti in flagranza e denunce in stato di libertĂ di accolitiâ. Furono documentati oltre duemila episodi di spaccio al dettaglio, identificati assuntori di droga, segnalati allâautoritĂ amministrativa, e sequestrate oltre cinquecento dosi di stupefacente (cocaina, crack, hashish e marijuana) nonchĂŠ denaro provento dellâillecita attivitĂ .
Il provvedimento eseguito qualche mese fa fu anche in quel caso una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari: le persone destinatarie dellâordinanza sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. In due operazioni per la Procura è stata disarticalata la rete di spaccio sulla zona tra Sessa Aurunca e Cellole.
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