Sesto, scontro tra antifascisti e Casapound: in 2mila contro il sindaco

Le oltre 7mila firme raccolte dall'Anpi su Change.org non sono servite a far cambiare idea al primo cittadino, che rivendica il suo essere "democratico"

MILANO – Dopo settimane di polemiche, il giorno è arrivato. A Sesto San Giovanni, la ‘Stalingrado d’Italia’ in provincia di Milano, rossa dal ’46 fino al 2017, sinistra e destra si contendono la scena. Gli antifascisti hanno protestato in piazza Resistenza per dire ‘no’ all’incontro ‘Nessuna Europa è possibile’ organizzato da Casapound nello Spazio Arte concesso dal sindaco Roberto Di Stefano di Forza Italia.

La scelta del primo cittadino di Sesto San Giovanni

Le oltre 7mila firme raccolte dall’Anpi su Change.org non sono servite a far cambiare idea al primo cittadino, che rivendica il suo essere “democratico”. Motivo per cui “ho concesso una sala del Comune. Negherei un diritto se facessi il contrario”.

Dura la condanna della presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo: “Non si deve dare spazio ad iniziative che sono contro la Costituzione italiana. Le leggi Scelba e Mancini dello Stato vanno rispettate”. Presenti al meeting di Casapound, oltre al segretario Simone Di Stefano e il leader Gianluca Iannone, anche gli esponenti nazionali della Lega Fabio Boinardi e Paola Frassinetti di Forza Italia, e il consigliere comunale di Milano di Fi Angelo De Chirico.

Pd, attivisti e pentastellati in piazza contro il sindaco

Dal Partito democratico al centro sociale milanese Cantiere, in circa due migliaia hanno urlato il dissenso per “l’offesa” alla città Medaglia d’Oro alla Resistenza. In piazza anche un gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle con le bandiere.

Duro botta e risposta tra Casapound e dem

Tutti intonano la canzone Stalingrado. Note e parole “fuori luogo” per la portavoce di Casapound Angela De Rosa, già candidata alle scorse regionali in Lombardia. “Vorrei ricordare alla sinistra che non ha alcuna legittimità di rilasciare patenti su chi ha il diritto di agibilità politica – commenta -. Invece di richiamare paure passate, che non esistono e che non ci sono, si preoccupino dei disastri che ieri e oggi combinano nell’amministrare il territorio”.

Il deputato dem Emanuele Fiano non ci sta: “Noi conosciamo la storia, non ce lo dimenticheremo mai”. Anzi, rimpolpa la dose: “Se oggi i fascisti possono aprire bocca è solo grazie ai nostri martiri della libertà e della democrazia”.

Il gesto del comitato antifascista

A surriscaldare il clima politico nella cittadina è stata la comparsa, nei giorni scorsi, di croci celtiche e svastiche sulle bacheche del circolo di Rifondazione comunista che stava raccogliendo le firme per vietare l’iniziativa. “Nell’ora più buia in settant’anni di storia per la nostra comunità, la vostra presenza è una luce di speranza”, ha commentato Pietro Comi, segretario locale del Prc. Come monito alla memoria, il Comitato antifascista di Sesto ha appeso al centro di piazza Resistenza, luogo della manifestazione, lenzuoli bianchi con impressi i nomi degli oltre 600 operai dell’area industriale di Sesto San Giovanni deportati nei campi di concentramento nazisti.

Tensioni in piazza Resistenza

Qualche momento di tensione si è verificato in serata in piazza Resistenza. Verso le 20.30 una cinquantina di persone, in presidio con gli antifascisti, hanno tentato di partire in corteo verso la sala comunale che ospitava Casapound. Ma sono stati prima cacciati dagli stessi organizzatori della manifestazione, e poi blindati da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa.

(LaPresse/di Ester Castano)

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