Roma, 27 apr. (LaPresse) – “Il processo sulla presunta ‘trattativa Stato-mafia’ non ha indicato nessun fatto concreto, né per il generale Mori, di cui cui non sono stati identificati i mandanti istituzionali, né per il senatore Dell’Utri, di cui non si sa quali interessi abbia rappresentato per la mafia.
La sentenza dice che Dell’Utri non ha avuto certamente alcun rapporto con la mafia dopo il 1992. Eppure si sono imbastiti anni ed anni di processo”. Lo afferma in una nota il deputato di Forza Italia, Vittorio Sgarbi, fondatore e leader di “Rinascimento”. “Una cosa è invece inconfutabile: il pm Di Matteo, i magistrati antimafia della Procura di Palermo e i 5 Stelle che tanto invocano, impropriamente, la parola legalità, non hanno mai cercato e indagato la mafia sulla vera ‘trattativa’, quella tra lo Stato e la Regione siciliana, con la devastazione sistematica della Sicilia attraverso i nuovi impianti eolici annunciati (ben 13), previsti, tra l’altro, anche a Marsala, Licata e Monreale, con un montepremi dichiarato, al quale la mafia è dichiaratamente interessata, di 6 miliardi di euro.
Questa è l’unica trattativa di cui abbiamo certezza. E sulla quale tacciono sia i 5 stelle che Di Matteo, il quale su questo argomento non hai mai indagato. Sfido entrambi pubblicamente”, aggiunge.
“Dopo 8 anni dalle mie denunce, ovvero da quando ero sindaco di Salemi (sciolta per inventate infiltrazioni mafiose proprio mentre denunciavo le infiltrazioni della vera mafia nell’eolico) – scrive ancora Sgarbi nella nota – la materia è ancora particolarmente attuale al Pm Di Matteo, perché nelle stesse intercettazioni ritenute pericolose e credibili per le minacce di morte che hanno portato al potenziamento della sua protezione, c’era anche la chiara denuncia di Riina dell’attività prevalente di Matteo Messina Denaro, ritenuto l’attuale capo di Cosa Nostra, e cioè il business degli impianti eolici”. Perché, prosegue il parlamentare azzurro, “si è fatto tanto rumore e si è data tanta risonanza alle minacce a Di Matteo e non si è parimenti seguita la traccia di Riina sugli affari di Matteo Messina Denaro, consentendo che ancora oggi la mafia trionfi sulla Sicilia e sul suo paesaggio? Eppure la pista è facile. All’assessorato all’Energia ha dato le autorizzazioni un funzionario, Tuccio D’Urso, forse all’insaputa dell’assessore Pierobon, e certamente della giunta. Posso affermare che fino a quando ero io in carica, l’argomento non è stato mai posto all’attenzione della giunta – conclude Sgarbi -. Il presidente Musumeci intervenga adesso, mentre magistratura e 5 Stelle tacciono”.