Si oppone alla rapina del cellulare: 13enne pestato da una baby gang a Volla

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Cimitero di Volla

VOLLA – Paura e violenza tra i giovanissimi nella notte tra domenica e ieri a Volla. Poco dopo la mezzanotte, i carabinieri sono intervenuti d’urgenza all’ospedale Santobono, su segnalazione del 112, dove era stato trasferito un bambino di soli 13 anni. Il ragazzo riportava lesioni gravi, conseguenza di quella che sembra essere stata una tentata rapina finita nel sangue. Secondo una prima ricostruzione sommaria, ancora da confermare, il 13enne si trovava in via San Giorgio, nei pressi del cimitero comunale, quando sarebbe stato avvicinato da un coetaneo che pretendeva di impossessarsi del suo smartphone.

Di fronte al rifiuto del ragazzo, il presunto aggressore sarebbe stato raggiunto da un gruppo di ragazzini che, senza alcuna esitazione, avrebbero cominciato a colpire la vittima con pugni e calci, per poi dileguarsi rapidamente. Il giovane, soccorso dai passanti, è stato immediatamente trasportato al Santobono, dove è stato preso in carico con codice arancio. Presenta escoriazioni multiple alla testa e al viso, ma fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita. Attualmente è ricoverato in attesa di ulteriori esami strumentali, mentre medici e personale sanitario monitorano attentamente le sue condizioni. Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Volla, impegnati nella delicata ricostruzione della vicenda e nell’identificazione degli autori dell’aggressione.

Le testimonianze raccolte finora parlano di una dinamica violenta e organizzata, con il coinvolgimento di più minori, e pongono l’attenzione sul fenomeno crescente della violenza giovanile, sempre più presente anche nelle periferie. Un episodio che scuote la comunità locale e che
porta nuovamente all’attenzione delle autorità e dei cittadini la questione della sicurezza dei ragazzi. L’aggressione, avvenuta in una zona in cui da qualche anno c’è un piccolo parco divertimenti, riflette il problema della devianza minorile e della tendenza ad atti di prevaricazione anche tra coetanei, spesso alimentata dalla voglia di possesso e dalla mancanza di regole chiare. Le indagini proseguono a ritmo serrato: i carabinieri stanno ascoltando testimoni, visionando eventuali telecamere di sorveglianza e cercando di ricostruire il percorso dei ragazzi dopo l’aggressione.

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