CASERTA – Gli inquirenti lavorano sull’ipotesi del suicidio per il celebre magistrato Luigi Bonajuto, 78 anni, che, ieri mattina poco dopo l’alba, è caduto dal balcone della sua abitazione. Lo hanno trovato riverso in terra senza vita gli uomini del 118 e i militari dei Carabinieri della Compagnia di Caserta immediatamente accorsi in via Volta, la strada chiusa, traversa di via Ferrarecce, dove il giudice abitava.
Bonajuto, 78 anni, aveva una lunga carriera in magistratura alle spalle: pretore a Lagonegro, in Basilicata, nel 1972, e poi a Santa Maria Capua Vetere dove venne trasferito tre anni più tardi. Giudice del foro sammaritano dal 1990 ha ricoperto, dal 1996, l’incarico di Presidente della prima sezione penale. Gli inquirenti, giunti in via Volta allertati dai Carabinieri, hanno constatato che non ha lasciato lettere o biglietti nella sua abitazione anche se non è ancora chiaro se fosse, o meno, da solo quando si è consumata la tragedia. Inviata l’informativa in Procura, sul cadavere sarà effettuato un esame esterno. Solo gli uffici preposti potrebbero decidere di effettuare ulteriori accertamenti sul caso.
Altamente positivi e gratificanti i giudizi espressi dai colleghi magistrati sull’operato del magistrato. “È andato via un gentiluomo, che ho avuto l’ onore di conoscere nelle aule giudiziarie di Santa Maria Capua Vetere molti anni fa. Il tratto essenziale di Gigi era la straordinaria umanità e la capacità di ascoltare. E’ una notizia tristissima” commenta a Cronache Raffaello Magi, consigliere presso la Corte di Cassazione, assegnato alla prima sezione penale. Uno dei momenti maggiormente importanti della carriera di Luigi Bonajuto è avvenuto il 23 marzo 2004 quando, in una gremita aula bunker del tribunale sammaritano, lesse la sentenza del processo Spartacus 2 assistito dai giudici a latere Armato e Ciambellini. Più di un secolo di condanne, assoluzioni e tanti beni confiscati agli appartenenti al clan dei Casalesi dopo un processo fondamentale per la lotta alla criminalità organizzata. L’inchiesta, che svelò le trame del clan in continuità con primo processo Spartacus, si occupò di svelare l’alleanza tra gli esponenti politici locali e i clan camorristici.
Venti le condanne e 32 le assoluzioni dopo la caduta dell’impianto accusatorio che si era giovato delle testimonianze dei collaboratori di giustizia come Carmine Schiavone, Pasquale Pirolo, Carmine di Girolamo, Adriana Rambone, Dario de Simone e Franco di Bona. Le loro testimonianze avevano spinto la procura ad insistere sull’ipotesi accusatoria che vedeva i politici operare in accordo con i Casalesi. Ora tocca alla Procura di Santa Maria Capua Vetere liberare la salma del magistrato per consentire la celebrazione delle esequie.